giovedì 4 aprile 2013
Per il numero uno della Banca centrale europea il pagamento dei crediti della pubblica amministrazione rappresenta «la misura di stimolo più importante», che in alcuni casi vale diversi punti di Pil. Il board della Bce ha lasciato invariati i tassi allo 0,75%.
IMPRESE ALLO STREMO Debiti della P.A., stretta nel weekend (Nicola Pini)
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​«La misura di stimolo più importante che un Paese possa dare è restituire gli arretrati, che in alcuni casi valgono diversi punti di Pil». Non ha fatto un riferimento diretto all'Italia, ma le parole del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi sono sembrate un chiaro monito ai crediti della pubblica amministrazione verso le imprese italiane.Il presidente della Bce ha poi avvertito: la ripresa arriverà nella seconda parte dell'anno ma è «soggetta a rischi». Che avverte: il salvataggio di Cipro «non è un modello» per future crisi. «L'indebolimento dell'economia - ha spiegato Draghi al termine della riunione del board che ha lasciato invariati i tassi allo 0,75% - si è esteso alla prima parte dell'anno e una graduale ripresa è prevista nella seconda parte, soggetta a rischi al ribasso».«I rischi al ribasso - ha aggiunto il presidente dell'Eurotower - includono la possibilità di una domanda interna più debole del previsto e di una lenta o insufficiente implementazione delle riforme strutturali nell'area euro. Questi fattori hanno la potenzialità di danneggiare il miglioramento della fiducia e quindi rinviare la ripresa».Draghi ha assicurato che la politica monetaria della Bce «resterà accomodante finchè sarà necessario» ma l'istituto di Francoforte è «pronto ad agire» sui tassi e a tagliarli, se necessario. «Nelle prossime settimane monitoreremo molto da vicino le informazioni economiche - ha osservato - e gli sviluppi monetari, per valutare gli impatti sull'inflazione».La Bce, ha però ammonito Draghi, «non può compensare la mancanza d'azione dei governi» in settori come, ad esempio, «le riforme strutturali». Draghi ha ammesso che la discussione all'interno del consiglio della Bce «è stata ampia, ma al momento - ha aggiunto - abbiamo collegialmente deciso di non guardare ai tassi di interesse». Il presidente dell'Eurotower ha fatto sapere che l'istituto «terrà conto delle misure varate in altri Paesi» per capire quali siano applicabili al contesto dell'Eurozona e quali no.Quanto all'Italia, Draghi non ha voluto commentare la telefonata nella quale avrebbe chiesto al presidente della Repubblica di non rassegnare le dimissioni e si è limitato a dire: «Quando riceviamo telefonate, rispondiamo; per il resto non rilascerò commenti sulla situazione dell'Italia».L'impatto sulle borseLa Bce delude le piazze finanziarie europee. Partite in buon rialzo, le borse d'Europa hanno azzerato i guadagni dopo la decisione dell'istituto di Francoforte di lasciare invariati i tassi di interesse sull'euro e dopo le parole del presidente Mario Draghi. La Boj, la banca centrale del Giappone, ha invece scelto di adottare una politica monetaria più aggressiva per raggiungere in due anni il nuovo target di un'inflazione al 2%, aumentando la base monetaria tra i 60 mila e i 70 mila miliardi di yen l'anno e allungando la scadenza dei bond governativi in suo possesso.

La Banca d'Inghilterra invece ha lasciato il tasso d'interesse di riferimento invariato allo 0,50% e confermato a 375 miliardi di sterline il programma di quantitative easing. I dati provenienti dagli Stati Uniti hanno deluso i mercati: le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite a quota 385 mila unità dalle 357 mila della settimana precedente.
Sul mercato il cambio euro/dollaro recupera terreno, con la moneta unica a 1,29 nei confronti del biglietto verde. Al termine della seduta Londra segna una flessione dell'1,19%, Francoforte dello 0,73% e Parigi dello 0,77%. A Milano il Ftse Mib perde lo 0,30% a 15.154 punti, con lo spread Btp-Bund decennali ha chiuso stabile a 331 punti. Sul listino principale di Piazza Affari svettano i rialzi di Telecom Italia e Bpm. Male Buzzi Unicem e Stm.
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