venerdì 16 novembre 2018
Dal presidente della Bce monito all'Italia: i paesi ad alto debito non devono aumentare. Incertezza su inflazione, a dicembre valutazione su uscita dal Qe
Il presidente della Bce Mario Draghi (Ansa)

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Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, avverte nuovamente i paesi "ad alto debito": non devono aumentarlo ulteriormente, e lo spread in alcuni Paesi - riferimento indiretto all'Italia - riflette lo sfida alle regole di bilancio comuni. "La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock, che siano auto-prodotti mettendo in forse le regoledell'Unione monetaria, o importati tramite il contagio. Finora, l'aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato". Sfidare le regole europee rende più vulnerabili gli Stati membri ad alto debito pubblico, insomma. Draghi ha avvertito che "tali sviluppi alimentano condizioni di credito bancario più stringenti per l'economia reale. Ad oggi, sebbene si verifichi qualche ripercussione sui prestiti bancari in cui l'aumento degli spread è stato più significativo, i costi complessivi di finanziamento delle banche rimangono prossimi ai minimi storici in tutti i grandi paesi, grazie a una base di depositi stabile".

Nonostante la Commissione europea abbia chiesto una nuova bozza di manovra, l'Italia martedì 13 novembre ha confermato di voler alzare il deficit del 2019 al 2,4% dallo 0,8% ereditato dal precedente esecutivo. La Commissione già il 21 novembre potrebbe avviare il processo che porterà ad una procedura per deficit eccessivo basata sulla mancanza di progressi adeguati nella riduzione del rapporto debito/pil.

Draghi ha affrontato anche il tema dell'inflazione e della fine del quantitative easing. Anche se i rischi appaiono ancora "bilanciati", e la frenata della crescita nell'Eurozona è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce - ha detto Draghi - dovrà "monitorare attentamente" i rischi posti dalla 'guerra dei dazi' e l'inflazione di base "deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente". Un cambio di tono del presidente della Bce, più da colomba che nei mesi scorsi, che potrebbe avere ripercussioni sull'addio al Qe programmato a fine dicembre. Se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi la Bce procederà come stabilito. Ma "il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate" e dunque - ha detto il presidente della Bce allo European Banking Congress a Francoforte - "a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione". La Bce ha detto da tempo che intende porre fine al programma di acquisto di bond da 2.600 miliardi di euro entro la fine dell'anno e punta a mantenere i tassi su minimi record almeno fino alla fine della prossima estate.

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