giovedì 23 febbraio 2012
​Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dichiara «superato» il modello sociale europeo, perché crea un mercato del lavoro a due velocità, che penalizza i giovani. E sulla crisi economica: «Difficile dire se sia finita, ma ci sono sviluppi positivi». 
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Il presidente della Bce, Mario Draghi, in un'intervista al Wall Street Journal​, ha dichiarato che il modello sociale Ue è superato, alla luce dell'elevata disoccupazione giovanile, e i Paesi europei devono varare urgentemente riforme strutturali per liberalizzare il settore dei beni e dei servizi e rendere il mercato del lavoro più flessibile ed equo.UN MODELLO SOCIALE «SUPERATO» CHE PENALIZZA I GIOVANI"Il modello sociale europeo è già andato nel momento in cui alcuni Paesi hanno un tasso di disoccupazione giovanile elevato - ha spiegato Draghi - le riforme strutturali sono necessarie per aumentare l'occupazione, specialmente dei giovani, e, quindi, i consumi e la spesa". "In alcuni Paesi bisogna rendere il mercato del lavoro più flessibile e anche più equo di quanto non sia oggi", ha proseguito. "In questi Paesi - ha osservato - c'è un mercato del lavoro a due velocità: molto flessibile per i giovani che hanno contratti di tre o sei mesi che possono venir rinnovati per anni e altamente rigido per la parte protetta della popolazione, per la quale i salari riflettono più l'anzianità che la produttività". Dunque, "i mercati del lavoro attuali sono iniqui a queste condizioni perché gettano tutto il peso della flessibilità sulle spalle dei giovani".NIENTE SCONTI SUL TAGLIO DEL DEFICITDraghi ha poi ammonito i Paesi europei perché si attengano agli obiettivi di taglio del deficit, sebbene debbano contemporaneamente varare riforme strutturali di ampio respiro. "Il consolidamento fiscale è inevitabile nel contesto attuale e concede il tempo necessario per le riforme strutturali. Fare marcia indietro sui target fiscali innescherebbe una reazione immediata da parte dei mercati. Gli spread sovrani e il costo del credito salirebbero".LA CRISI ECONOMICA: DIFFICILE DIRE SE SIA FINITA"È difficile dire se la crisi sia finita - ha avvertito Draghi - Guardiamo agli sviluppi positivi degli ultimi mesi: c'è una stabilità molto maggiore nei mercati finanziari; molti governi hanno adottato misure sia in campo di consolidamento fiscale che di riforme strutturali; abbiamo un fiscal compact dove i governi europei stanno iniziando a cedere la sovranità nazionale per l'intento comune di restare uniti; il sistema bancario sembra meno fragile di un anno fa; alcuni mercati del debito si sono riaperti; la ripresa però sta procedendo lentamente e rimane soggetta a rischi al ribasso".
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