sabato 13 febbraio 2010
L'intervento del governatore al Forex di Napoli: «Una crescita sostenuta è il presupposto della stabilità finanziaria». E avverte le famiglie sul pericolo mutui variabili.
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Stiamo ora uscendo dalla crisi con un tasso di crescita basso, ai minimi europei. Una crescita economica sostenuta è b ase di benessere, è presupposto della stabilità finanziaria per un paese ad alto debito pubblico come l'Italia. È futuro per i giovani, dinità per gli anziani, il nostro mezzoggiorno ne trarrebbe forza, può esserne traino". Il governatore della Banca D'Italia Mario Draghi al Forex di Napoli, spiega che la 'condizionè per la crescita sono le "riforme strutturali, la cui mancanza- sottolinea - ha segnato la perdita di competitività del Paese che dura da un quindicennio".Draghi dice che non è un problema solo italiano, è comune agli altri pesei europei ed è all'origine delleattuali fragilità. L'integrazione europea ha portato stabilità dei prezzi e "fino alla crisi efficace controllosui deficit pubblici. 10 anni fa, all'avvio della moneta unica, si levarono voci a richiedere anche un più forte governo economico dell'unione. Furono sovrastate dai cori entusiasti che celebravano la meta raggiunta insieme all'impegno a resistere a ogni ulteriore integrazione".CREDITO. Cala il credito erogato dalle banche italiane alle imprese nel periodo dicembre 2008 - dicembre 2009 ma aumenta quello alle famiglie, principalmente per mutui a tasso variabile e per questo gli istituti di credito devono avvisare i contraenti "del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso".    Per Draghi tuttavia "secondo le indagini più recenti presso le banche vi è una moderata ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese". Il governatore ha ricordato comunque come lo scorso dicembre il valore totale dei prestiti bancari era inferiore dello 0,7% rispetto a un anno prima. A dicembre i prestiti alle imprese erano scesi del 3% per via della riduzione della domanda a causa "della flessionedegli investimenti" e per la maggiore cautela delle banche. Per le famiglie invece i finanziamenti sono saliti del 3% e i prestiti per l'acquisto di abitazioni "vengono concessi prevalentemente a tasso variabile: occorre che i contraenti siano avvertiti del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso".
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