giovedì 9 gennaio 2014
​La Bce lascia i tassi invariati allo 0,25%. Il presidente: potrebbe verificarsi un periodo lungo di bassa inflazione, ma escludo una deflazione. «La ripresa c'è, ma è modesta e fragile, permangono rischi finanziari, politici e geopolitici».
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La Bce è pronta a ulteriori decisive misure se saranno necessarie e tiene sotto stretto monitoraggio gli sviluppi sui mercati monetari. Lo ha detto il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, dopo l'annuncia che i tassi resteranno invariati allo 0,25%. "Le attese inflazionistiche di medio termine sono fermamente ancorate - ha detto Draghi - ma potrebbe verificarsi un periodo lungo di bassa inflazione. Il calo dell'inflazione nell'Eurozona allo 0,8% a novembre era 'ampiamente atteso". "Non vediamo una deflazione in stile Giappone anni Novanta - ha aggiunto - soprattutto perché la Bce ha varato azioni decise sin all'inizio e poi perché le banche dell'Eurozona stanno meglio" di quelle nipponiche dell'epoca. "È prematuro dichiarare vittoria contro la crisi", ha chiarito Draghi ricordando che "la ripresa c'è, ma è modesta e fragile e permangono rischi finanziari, politici, geopolitici". Soprattutto, "c'è un inaccettabile livello di disoccupazione". Certo, rivendica il numero uno della Bce, "la situazione è molto diversa rispetto a luglio". Nel senso che oggi l'Eurozona, "è abbastanza isolata da sviluppi esterni".
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