giovedì 22 gennaio 2015
Attesa per la mossa della Bce: l'acquisto di bond per 50 miliardi al mese.
L'ANALISI Vantaggi, limiti e rischi di un passo storico che i paletti tedeschi potrebbero annacquare di Giuseppe Pennisi
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Inutile aspettarsi chissà che effetti positivi dal semplice annuncio del quantitative easing che ormai quasi certamente Mario Draghi presenterà oggi. A contare sarà soprattutto il "come" e il "quanto".Gli investitori, si sa, muovono i loro soldi sulla base delle aspettative e poi quando arrivano i "fatti" correggono gli eventuali errori delle loro previsioni. Del piano di allentamento quantitativo con acquisto di titoli di Stato della Banca centrale europea si parla dall’inizio dell’estate. In questi mesi Draghi ha spiegato in maniera sempre più dettagliata termini e obiettivi di questo ipotetico piano e i dati economici che via via sono emersi – in particolare un indice dei prezzi della zona euro sceso in negativo e la perdurante lentezza dei Pil della moneta unica – hanno fatto crescere nei mercati la convinzione che oggi Draghi lancerà il Qe. Quella convinzione è ormai quasi una certezza, lo dice il 90% degli analisti consultati dall’agenzia Reuters. Gli investitori si sono mossi considerando il lancio degli acquisti di bond una cosa fatta e quindi ne hanno anticipati gli effetti positivi: ecco l’euro che è sceso ai minimi storici nel confronto con il dollaro, i titoli di Stato di economie ultra-indebitate come quella italiana che pagano interessi inferiori ai titoli del Tesoro americano e un generale ritorno dell’ottimismo (si guardi il balzo a sorpresa dello Zew, l’indice della fiducia degli investitori tedeschi, a gennaio). Manca solo la risalita dell’inflazione, obiettivo principe della Bce, che può arrivare solo se questo ottimismo si diffonde anche tra i cittadini dei paesi dell’euro.Ma avere già ottenuto molti dei benefici del Qe senza ancora averlo lanciato è adesso il grande problema di Draghi: perché se tra ieri e oggi non avrà convinto i membri del consiglio direttivo, dove il tedesco Jens Weidmann guiderà il fronte dei contrari, della necessità di lanciare un piano di acquisti ampio e con un alto grado di condivisione dei rischi, allora le attese sdegli investitori sarebbero deluse e la correzione di euro e spread potrebbe essere violenta. Ed è per questo che, secondo alcune indiscrezioni che circolano a Francoforte, Draghi oggi potrebbe evitare di dare una cifra complessiva del piano – stimato tra i 500 e gli 800 miliardi di euro – limitandosi a comunicare solo la quantità di acquisti mensili: dovrebbero essere 50 miliardi al mese. Fino a quando serve. Imitando in tal modo quanto fatto, in termini di modalità dell’operazione, dalla Federeal reserve. Se contemporaneamente sarà riuscito a convincere i rigidi tedeschi ad accettare che almeno il 60% del rischio su questi titoli rimanga alla Bce stessa, allora avrà evitato che tutto il peso delle grandi promesse di questi mesi  si trasformi un’insopportabile zavorra sulla già fiacca ripresa europea.
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