giovedì 29 ottobre 2009
Il premier: «Il peggio è alle spalle». Poi l'elogio alle banche: «Sì a sostegno ma più convergenza con le imprese». I dubbi del governatore di Bankitalia: «Situazione resta fragile, persi 650mila posti».
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«Il peggio della crisi finanzaria sembra sia alle nostre spalle e sembra sia iniziata, sia pure lentamente, la ripresa. Merito delle decisioni prese a livello globale, ma anche del fatto che tutti i soggetti istituzionali economici e sociali hanno svolto positivamente nel nostro paese la loro parte». È quanto ha scritto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel messaggio alla 85° Giornata mondiale del risparmio che si celebra oggi al palazzo della Cancelleria.«Il governo - ha sottolineato Berlusconi - ha apprezzato il comportamento tenuto dal sistema bancario italiano che ha affrontato la crisi in condizioni migliori rispetto a quelle di tanti altri paesi. Ritengo che la rete di protezione predisposta tempestivamente dal governo abvia rafforzato l'immunità delle banche italiane nei confronti della crisi».Berlusconi esprime anche apprezzamento da parte del governo per «il comportamento tenuto dal sistema bancario italiano che ha affrontato la crisi in condizioni migliori rispetto a quelle di tanti altri Paesi» e sottolinea come «la rete di protezione predisposta tempestivamente dal governo abbia rafforzato l'immunità delle banche italiane nei confronti della crisi».Draghi. Più cauto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi che nel suo intervento ha confermato che la caduta delle economie in tutti i Paesi del mondo si è fermata ma ha anche sottolineato i dubbi sulla stabilità della ripresa. In Italia «oggi l'urgenza è riprendere il cammino delle riforme, per riportare il Paese, negli anni a venire, su ritmi sostenuti di crescita economica, che sono anche il presidio primo della stabilità finanziaria». Draghi ricorda come l'anno scorso di fronte al repentino aggravarsi della crisi auspicò politiche di sostegno della domanda e dei redditi delle fasce deboli più colpite. «Oggi invece c'è la necessità affrontare le debolezze strutturali della nostra economia per costruire una durevole ripresa che non poggi soltanto sulle esportazioni». Poi il governatore ha parlato di disoccupazione: «In un anno, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite».
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