giovedì 8 maggio 2014
Il presidente della Banca centrale europea preoccupato: «Verranno monitorati molto attentamente le possibili ripercussioni sia dei rischi geopolitici, sia del tasso di cambio».
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Allarme del presidente della Bce, Mario Draghi, per l'euro forte in presenza di bassa inflazione. Il forte cambio dell'euro associato alla bassa inflazione, ha detto, è "motivo di grande preoccupazione". Draghi ha sottolineato anche come il Consiglio direttivo della Bce rimane impegnato unanimemente ad agire con misure non convenzionali contro un'inflazione che dovesse rimanere bassa troppo a lungo, segue "molto attentamente" gli sviluppi dell'inflazione ed è pronto ad "agire velocemente". La Banca centrale europea, ha aggiunto, "monitorerà molto attentamente le possibili ripercussioni sia dei rischi geopolitici, sia del tasso di cambio". Gli Stati dell'Eurozona, ha sottolineato Draghi, non devono mettere a rischio i progressi fin qui ottenuti con le riforme, e la Bce "concorda con l'Ecofin" nel ritenere che "azioni decisive servono in quei Paesi che hanno squilibri eccessivi", come l'Italia.  "Nella mia opinione, negli ultimi 20-25 anni l'integrazione che abbiamo costruito ha portato molti benefici. Non voglio tornare alle crisi degli anni '70, '90 o persino dei primi anni '90", ha detto ancora il presidente della Bce, Mario Draghi, in risposta ai movimenti anti euro, che comunque sono espressione "di democrazia".La Bce ha lasciato il tasso d'interesse di riferimento invariato al minimo storico dello 0,25%. L'Eurotower nella riunione a Bruxelles ha deciso di lasciare fermi anche il tasso marginale allo 0,75% e quello sui depositi a zero. L'euro si rafforza ancora e sfiora quota 1,40 sul dollaro (1,3992) dopo la decisione della Bce di lasciare i tassi invariati.
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