martedì 14 novembre 2017
Il presidente della commissione Lavoro: l'adeguamento dell'età va rinviato
Sacconi: «Donne penalizzate dalla legge Fornero»
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«È un tema delicato, dove è in gioco la coesione sociale del Paese». Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato ed esponente di Energia per l’Italia, invita a riflettere bene sull’argomento previdenziale prima di optare per scelte che rischiano di rivelarsi inefficaci e dannose. Una considerazione a cui si aggiunge il giudizio critico sulla proposta messa sul tavolo dal governo nella trattativa con i sindacati, con l’ammorbidimento dei requisiti per entrare a far parte di alcune categorie esentate dall’innalzamento dell’età pensionabile: «La soluzione del governo parte da un approccio sbagliato e sinceramente mi sembra destinata all’insuccesso certamente dal punto di vista delle ricadute nella società».

Che cosa non la convince?
Mentre per i lavori usuranti si è compiuta un’opera accurata, adesso si sta definendo una categoria non meglio identificata di 'gravosi' senza la minima base scientifica. Vorrei ricordare che veniamo già dall’errore pesante compiuto dopo la legge Fornero, ovvero la produzione di continue deroghe con criteri piuttosto discutibili (escluso quello relativo ai primissimi esodati) che hanno fatto scattare impegni di spesa per 20 miliardi di euro. Adesso si rischia di accentuare divisioni sociali e diseguaglianze.

Allora che cosa bisognerebbe fare secondo lei?

Riflettere bene e complessivamente sulla rigidità e sulla assenza di transizione della legge Fornero, avvalendoci anche di elaborazioni scientifiche ma evitando di segmentare la società in categorie e settori in modo discrezionale.

Come tradurre questa tesi in azioni concrete?
Almeno per le donne bisognerebbe prevedere il salto di un turno nell’adeguamento dell’età di pensione, cioè porre un rallentamento all’aumento progressivo dell’età per ottenere il diritto a ricevere l’assegno previdenziale.

Proprio lei che è il padre del legame tra età e aspettative di vita, con una legge del 2010, adesso chiede di rinviare l’adeguamento?
Sì, perché nel frattempo c’è stata la legge Fornero che ha punito molto più le donne degli uomini con l’innalzamento di colpo dell’età di vecchiaia. Non solo: bisogna ricordare che tante donne non possono contare su un percorso lavorativo – e dunque contributivo – continuo, per cui si vedono impossibilitate ad accedere alla pensione anticipata di anzianità contributiva e spesso si tratta di persone molto esposte alla disoccupazione. Siamo diventati il Paese con l’età di pensione più alta e rigida al mondo.

A essere consistente però è anche il peso economico della previdenza...
L’incidenza della spesa per pensioni è legata a una fase della nostra storia in cui abbiamo usato la previdenza come ammortizzatore sociale, per una generazione composta in buona parte da lavoratori precoci. Ora, non potendo tornare indietro, dobbiamo evitare di commettere nuovi errori usando buon senso e gradualità, senza esagerazioni giacobine.

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