giovedì 19 dicembre 2013
Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, precisando che 2mila sono a tempo indeterminato, 4.200 vivono nel Mezzogiorno e la metà ha meno di 35 anni.
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Nei mesi scorsi sono state assunte quasi 14mila donne grazie agli incentivi per i giovani e a quelli per donne e over 50. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, precisando che delle 6.500 donne assunte grazie alla legge 92, 2mila sono a tempo indeterminato, 4.200 vivono nel Mezzogiorno e la metà ha meno di 35 anni. Tra le assunzioni grazie al bonus giovani, 2.700 sono al Sud. "È un dato interessante perché mostra come gli incentivi stiano funzionando bene: bisogna rafforzarli". Il ministro ha sottolineato che l'Inps rende operativo l'ultimo incentivo, previsto dal decreto 76, per l'assunzione dei disoccupati che possono beneficiare di metà del residuo dell'Aspi. Quindi ha ricordato che il fondo per le politiche attive ha un finanziamento di 15 milioni nel 2014 e di 20 milioni nel 2015-16: "Speriamo di trovare maggiori risorse - ha detto - per i lavoratori in disoccupazione e mobilità". L'obiettivo del ministero - ha aggiunto Giovannini - è di mettere in campo nuove azioni per equilibrare la presenza delle donne nel mercato del lavoro rispetto agli uomini: nel giro di due mesi arriveranno anche delle proposte per migliorare la conciliazione tra il lavoro e il lavoro di cura.Il vice ministro con delega alle Pari opportunità, Maria Cecilia Guerra, ha infatti assicurato che a gennaio partirà un tavolo di lavoro che "farà una ricognizione sullo stato dell'arte e individuerà le azioni che possono essere messe in campo" per far sì che le donne possono conciliare il lavoro con la cura degli anziani e dei figli. Impegno del ministero sarà anche quello di "far conoscere le buone pratiche sull'organizzazione dei tempo del lavoro" che stanno "prendendo piede", ma che bisogna portare a sistema. Giovannini ha quindi posto l'accento sulla necessità di favorire un cambiamento culturale e per questo il ministero proseguirà in un "approccio partecipativo e inclusivo per coinvolgere tutti i soggetti" e far crescere la cultura delle pari opportunità.La consigliera nazionale di Parità, Alessandra Servidori, ha ricordato le azioni già assunte per diffondere le informazioni sulla parità salariale e sull'uguaglianza sul lavoro nelle imprese. Il gender pay gap di Eurostat era nel 2011 in Italia del 5,8%, un dato - ha notato Giovannini - "abbastanza stabile". In altri Paesi la crisi ha infatti maggiormente impattato sugli uomini con la caduta degli straordinari e riduzione dell'attività. "La nostra posizione è più favorevole e non è cambiata con la crisi; questo è un elemento cruciale".
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