sabato 11 giugno 2016
​Via libera del governo alla tracciabilità dei buoni lavoro per contrastare gli abusi. I sindacati: ok ma non basta.
Disoccupati, il sussidio resta pure con i mini-redditi
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Via libera del Consiglio dei ministri alle nuove misure per una maggiore tracciabilità dei voucher, dopo il boom di utilizzo registrato nell’ultimo anno. Il decreto legislativo che corregge il Jobs act, approvato in via preliminare, stabilisce poi che chi riceve un sussidio di disoccupazione può lavorare senza perdere il diritto all’indennità purché il reddito non superi gli 8mila euro annui. La normativa sui voucher, secondo quanto anticipa il governo, prevede che i datori di lavoro che ricorrono al lavoro accessorio devono comunicare all’Inps, anche tramite sms o posta elettronica, i dati anagrafici e fiscali del lavoratore insieme a luogo e durata della prestazione almeno almeno 60 minuti prima» del suo inizio. Finora bastava comunicare in anticipo l’avvio della prestazione, che poteva poi svolgersi nell’arco dei successivi trenta giorni. Il testo esclude esplicitamente dalla "stretta" il settore agricolo, perché già soggetto a limiti specifici. Anche il lavoro domestico dovrebbe restare fuori dalle nuove norme.Il ministro Giuliano Poletti, che annuncia anche un aumento dei controlli, afferma che la misura varata «conferma il nostro impegno a combattere ogni forma di illegalità e di precarietà e a colpire tutti i comportamenti che sfruttano il lavoro ed alterano una corretta concorrenza». I sindacati non bocciano il provvedimento ma lo considerano inadeguato a contrastare un fenomeno che alimenta la precarietà del lavoro. Nel primo trimestre 2016 il ricorso ai «buoni» è cresciuto del 45,6% rispetto a un anno prima e già nell’intero 2015 si era già registrato un balzo del 66% sul 2014, con quasi 1,5 milioni di lavoratori coinvolti. Gigi Petteni, della Cisl, parla di un decreto che non convince nel merito, perché occorre «riportare il voucher ad attività effettivamente occasionali». Su una linea simile il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, secondo cui la misura «è un passo avanti ma non basta». Maurizio Sacconi, presidente dell’omologa commissione del Senato, ritiene invece la soluzione trovata «tale da consentire un’efficace azione ispettiva» e da rendere «difficile regolarizzare solo in parte le ore lavorate». La Cgil sta raccogliendo le firme per un referendum abrogativo dei voucher. Il provvedimento di ieri interviene anche sui contratti di solidarietà, ampliando la possibilità di trasformarli da «difensivi» ad «espansivi», cioè volti a favorire un aumento degli organici. E punta a rendere operativa l’Anpal, la nuova Agenzia per le politiche attive istituita dal Jobs act.
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