giovedì 24 giugno 2010
Il rapporto di Confindustria vede rosa anche se bisognerà scontare un impatto negativo dalla manovra del governo: Pil nel 2011 a +1,6%. Intanto aumenta la disoccupazione: bruciati 208 mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2009, record dal 2005.
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«L'economia italiana è fuori dalla recessione» per il Centro Studi di Confindustria che oggi prevede una ripresa «più solida rispetto alle stime rilasciate a dicembre». Nonostante un impatto restrittivo della manovra economica 2011-2012, che il CsC stima in un -0,4% l'anno», gli economisti di via dell'Astronomia hanno rivisto al rialzo le stime sulla crescita al +1,6% del Pil per il 2011 (dal +1,3%). +1,2% nel 2010 (da +1,1%). La disoccupazione è invece attesa in aumento, dopo 528mila i posti di lavoro già persi a fine 2009 in 2 anni di crisi. «La ripresa annunciata un anno fa in forma di germogli ha acquistato impeto». Sul fronte del lavoro s iprevede una «partenza ritardata», con un parziale e lento recupero solo nel 2011 (+0,5%). Mentre il cuscinetto della cassa integrazione «ha dimezzato il calo di occupati"» i 528mila posti di lavoro persi dal primo trimestre 2008 al quarto 2009  rappresentano una contrazione del numero di occupatì pari alla meta della modalità di calcolo statistica delle Ula (unità lavorative equivalenti a tempo pieno), che sale a un milione e 91mila in meno. Mentre sul fronte dei conti pubblici «se completamente effettuata e confidando nella miglior crescita, la manovra messa a punto dal Governo e all'esame del Parlamento piegherà il deficit pubblico al 4,1% nel 2011, dal 5,1% di quest'anno, ma il debito pubblico arriverà al 118,9% del Pil».Quanto alla manovra, le misure per 2011 e 2012 «hanno nell'immediato un impatto frenante stimabile in uno 0,4% di Pil in meno per ciascuno dei prossimi due anni».  L'inflazione «sarà contenuta poco oltre quella dell'eurozona».ISTAT: Il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 è salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) dal 7,9% dello stesso periodo del 2009. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 2005. Lo rileva l'Istat, sottolineando che il tasso destagionalizzato è, invece, pari all'8,4%, il livello più alto rispetto ad uno stesso dato destagionalizzato dal terzo trimestre del 2003. L'occupazione nel primo trimestre del 2010 è diminuita di 208 mila unità rispetto allo stessoperiodo del 2009. Lo rileva l'Istat, precisando che «c'è ancora il segno meno ma la caduta è meno intesa». Nello stesso periodo - fa notare sempre l'Istituto - erano al lavoro 22 milioni e 758 mila persone. Quindi, il calo degli occupati rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente è pari allo 0,9%.
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