sabato 21 gennaio 2012
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Avanti tutta con le infrastrutture. Fondi e nuove procedure. Privilegiando il Mezzogiorno. Una vera sferzata del governo in due mosse, per dare un contributo al "cresci-Italia". La prima con la riunione del Cipe che sblocca 5,5 miliardi, tra i quali ben 3,9 miliardi per le ferrovie al Sud, ma anche il rifinanziamento con 679 milioni per la difesa idrogeologica e altri 556 per l’edilizia scolastica. Oltre al rifinanziamento del fondo per lo sviluppo e coesione, confermando in tal senso l’impegno assunto dal Governo con gli enti locali il 17 gennaio. Poi il "via libera", nel decreto sulle liberalizzazioni, al capitolo sulle infrastrutture. Si cerca così, come ha sottolineato il premier Monti, di superare uno dei «tre vincoli» che «per decenni hanno frenato l’economia italiana», cioè proprio «l’inadeguatezza delle infrastrutture».Nella nota che illustra la decisione, si sottolinea «un effetto positivo sul settore delle costruzioni, delle opere pubbliche», e per «liberare nuove risorse per il comparto dell’edilizia, mantenendo i livelli occupazionali e creando nuovi posti di lavoro». Particolarmente atteso l’intervento di «contrasto al rischio idro-geologico». Come si legge ancora «ampi territori del nostro Mezzogiorno, attualmente minacciati da rischi di calamità naturali, saranno resi di nuovo pienamente fruibili ed i cittadini potranno presto riappropriarsene». Lo permetterà la delibera «frane e versanti», che finanzierà con 679,7 milioni di euro la realizzazione di 518 interventi identificati tra il 2010 e il 2011, «attraverso un processo di leale collaborazione tra le sette Regioni del Sud interessate, il Ministero per l’Ambiente e la Coesione territoriale». Si tratta di finanziamenti stanziati dopo l’alluvione del Messinese del 2009, ma poi via via erosi per altre emergenze. Le Regioni interessate sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Sbloccati anche 39 milioni per il Fondo nazionale per la montagna, per interventi di viabilità e difesa del suolo, e 15 milioni per la compensazione dei territori che ospitano centrali nucleari dismesse e impianti del ciclo combustibile nucleare. Il Cipe ha inoltre sbloccato 556 milioni per l’edilizia scolastica. In particolare, 456 milioni saranno destinati alla messa in sicurezza (due terzi al Sud), mentre 100 milioni serviranno per la costruzione di nuovi plessi. Per le Università, invece, le risorse ammontano a 1,2 miliardi.C’è poi l’intervento sulle ferrovie che, aggiornando il contratto di programma "Rete Ferroviaria Italiana 2010-11", interviene su precedenti riduzioni di risorse e stanzia fondi aggiuntivi netti pari a 3,9 miliardi di euro destinati, tra l’altro, agli assi ferroviari Napoli-Bari-Lecce/Taranto (790 milioni), Salerno-Reggio Calabria (240 milioni), Potenza-Foggia (200 milioni).Semaforo verde anche al piano per l’edilizia abitativa sociale e scolastica, inserito negli accordi di programma tra Stato e Regioni, in particolare quelli con Calabria, Abruzzo e Lazio. Gli interventi comportano, complessivamente, la costruzione o la riqualificazione di 1.689 alloggi con un costo di 212 milioni di euro.Molte le nuove procedure contenute nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, in particolare per «velocizzare» i procedimenti approvativi dei progetti ma anche per finanziarli. Troviamo così la possibilità per gli enti locali di emettere prestiti obbligazionari, una sorta di <+corsivo>project bond<+tondo>, per coprire le spese per proprie opere. Poi la possibilità di utilizzare lo strumento del <+corsivo>project financing<+tondo> (partenariato pubblico-privato) per le nuove carceri. E ancora l’eliminazione di alcuni "paletti" particolarmente onerosi per le linee ferroviarie dell’Alta velocità. E la necessità del progetto definitivo, e non solo quello preliminare, per l’affidamento delle concessioni per le opere strategiche. Niente Imu (la nuova Ici) per tre anni per le imprese edili sulle nuove case costruite per essere vendute. Novità anche per per il settore dei trasporti, col recupero veloce delle accise per gli autotrasportatori e sparisce il tetto di 250mila euro per le compensazioni dei crediti d’imposte: misure particolarmente attese dai Tir siciliani in sciopero da giorni.
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