martedì 2 gennaio 2018
La Fondazione Boccadamo ha attivato a luglio i corsi dedicati alle persone con handicap. Ora sono giunti alla terza edizione
Disabili a scuola di arte orafa
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Una scuola che impegni le mani, la testa e il cuore degli apprendisti e che non guardi i limiti ma le potenzialità delle persone. È nata così l’idea dei corsi di arte orafa per persone disabili della Fondazione Boccadamo, che hanno aperto ufficialmente i battenti lo scorso luglio e ora sono giunti alla terza edizione. A raccontare la genesi di questa singolare iniziativa è lo stesso proprietario del noto marchio a Superabile Inail, il mensile dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, dedica un numero monografico. «Con la Fondazione abbiamo lavorato per tre anni alla realizzazione di questo progetto, costruendo un laboratorio orafo completamente accessibile accanto a quelli dell’azienda. La struttura può ospitare fino a 12 apprendisti. Siamo arrivati alla terza edizione, in piccoli gruppi da sei persone, e tutti ci hanno chiesto di continuare la formazione per specializzarsi in manifatture più complesse». Lo studio per gli apprendisti orafi non si fa sui libri, ma al proprio tavolo di lavoro, con in mano seghetto, saldatore e fresa. «Abbiamo iniziato il corso insegnando l’uso di lamine da tagliare, segare e assemblare tramite saldatore, con forme geometriche fisse – entra nel dettaglio il patron del brand di gioielli –. Poi siamo passati alla fusione e microfusione a cera persa, lasciando ai partecipanti la scelta di temi liberi».

Gli allievi che fino a oggi hanno partecipato al corso mensile sono compresi nella fascia d’età tra i 20 e i 30 anni, con diverse disabilità motorie e sensoriali; la terza edizione è stata programmata nel mese di novembre. Boccadamo però già sogna di ampliare il progetto, aprendolo a persone con disabilità provenienti da tutta Italia e non solo dalla provincia di Frosinone, com’è accaduto finora grazie al passaparola e alla collaborazione con enti e associazioni locali specializzate nel settore. «Abbiamo proposto il corso ai ragazzi disabili della nostra provincia – prosegue – ma vorremmo che questa occasione fosse accessibile anche a chi vive lontano, in modo da potersi spendere efficacemente sul mercato della propria regione. L’ospitalità sarà a nostre spese per permettere a tutti di partecipare».

Boccadamo, azienda di rilievo nel settore orafo-argentiero italiano, nasce all’inizio degli anni Ottanta dalla determinazione del fondatore Tonino. Investendo le sue energie e i primi risparmi nel settore dell’oreficeria, l’imprenditore ha messo in piedi un piccolo laboratorio a Frosinone, sua città di origine. In seguito, alla fine degli anni Novanta, nel centro ciociaro è nato lo stabilimento che oggi si avvale dei migliori macchinari, delle tecnologie più avanzate, ma soprattutto della sapienza dei propri maestri orafi, e che ha reso Frosinone un distretto di grande importanza nel settore del gioiello. Attualmente nel quartier generale della fashion factory sono impiegati 50 dipendenti, a cui si aggiungono 22 agenti che coprono l’intera penisola. All’interno della sede frusinate nascono le idee e i prototipi dei gioielli, si svolge la produzione. Ed è sempre dal capoluogo ciociaro che partono le spedizioni verso tutti i concessionari italiani ed esteri. «Questa esperienza – sottolinea il fondatore – mi ha permesso di vedere con i miei occhi il fiorire delle persone coinvolte nei corsi: lo stimolo professionale, unito all’amicizia che si è creata tra noi e gli apprendisti del gruppo, mi ha permesso di godere della bella visione di persone che – se giustamente impegnate e stimolate – escono dalla propria apatia e noia per perseguire un obiettivo, facendolo con tenacia. Tutti vogliono continuare; in particolare, un ragazzo ha chiesto di diventare maestro orafo e affiancherà il nostro personale in occasione del corso nel mese di novembre. Per lui ci potrebbe essere nel futuro un’assunzione nella nostra azienda».

Il prossimo obiettivo di Boccadamo è quello di coinvolgere altre imprese del settore del gioiello e far sì che gli apprendisti trovino lavoro in questo settore. «Loro non hanno determinazione e voglia di fare come gli altri: ne hanno molta, molta di più – conclude –. Alla fine del percorso i ragazzi ci hanno minacciato, scherzando: "Se non ci permettete di fare il secondo corso per specializzarci, ci incateniamo ai cancelli dello stabilimento. La tenacia e la consapevolezza di un’opportunità che non va sprecata in nessun modo è tutta in queste parole».


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