sabato 8 giugno 2019
La start up sviluppa il loro potenziale e con l’uso concreto di strumenti digitali si allea con imprese, famiglie ed enti
Così si aiutano i giovani a entrare nel mondo del lavoro
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È stata presentata a Milano presso la Microsoft House la start up Digitally, fondata da Anna Simioni e Oltre Venture e gestita da Francesca Devescovi, nata per rispondere a una doppia esigenza: da un lato l’alto tasso di abbandono dei ragazzi nei percorsi di studio tradizionali, dall’altro la difficoltà per le imprese di trovare nuove figure professionali legate al mondo del digitale.

La start up risponde a questo doppio problema creando opportunità per le ragazze e i ragazzi tra i 18 e i 29 anni. Digitally prevede un percorso formativo di tre mesi in aula finalizzato all’apprendimento di strumenti digitali, realizzato attraverso una didattica progettuale personalizzata e ricca di esperienza sul campo. La prima edizione sarà a Milano con partenza a settembre 2019, ma l’idea è quella di aprire almeno sei sedi in tutta Italia e coinvolgere 2mila studenti entro il 2022.

Al periodo di studio seguirà un’esperienza lavorativa vera e propria di almeno quattro mesi remunerata non meno di 600 euro mensili, all’interno di un’azienda partner. L’investimento fatto per partecipare al corso sarà quindi ripagato attraverso l’esperienza lavorativa. Un tutor personale accompagnerà i ragazzi durante tutto il percorso per aiutarli a valorizzare l’esperienza in Digitally.

I numeri parlano chiaro: in Italia c'è il doppio di ragazzi rispetto agli altri Paesi Ocse che non studiano e non lavorano e un ragazzo su tre tra i 18 e i 20 anni, tra quelli che stavano studiando, lascia gli studi perché i percorsi sono troppo lunghi e teorici. Un costo per le famiglie, uno spreco di talenti per la società. D’altro canto l’offerta di un lavoro dinamico, creativo e retribuito per i giovani ci sarebbe, ma i ragazzi non hanno le competenze richieste dal mercato. In Italia infatti è previsto che lo skills mismatch tra il 2017 ed il 2020 coinvolgerà 420mila lavoratori, di cui un terzo (135 mila) avrà bisogno di competenze digitali. Una difficoltà a trovare le competenze necessarie che già oggi la grande maggioranza dei responsabili risorse umane (80%) denuncia, sottolineando che la loro azienda fatica a trovare candidati con le necessarie competenze sociali ed emotive. Eppure i datori di lavoro concordano unanimi (93%) che le soft skills siano un fattore «essenziale» o «molto importante» nel processo decisionale di assunzione.

«I giovani rappresentano il futuro di questo Paese, aiutiamoli a liberare il proprio potenziale e a esprimersi al meglio nel mondo del lavoro. Per farlo dobbiamo offrire loro da un lato nuove modalità di apprendimento, più dinamiche ed esperienziali, dall’altro opportunità concrete di mettersi alla prova in un contesto aziendale e di essere riconosciuti per il valore che possono portare», così Anna Simioni, presidente e founder di Digitally ha sintetizzato il senso del progetto.

«Lo skill mismatch è purtroppo un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese. Sono sempre più numerose le aziende, soprattutto quelle che operano nel settore Ict, che non trovano figure professionali adeguate e con le giuste capacità. Per rispondere a questa problematica, in Microsoft Italia abbiamo avviato con una serie di aziende partner un progetto di ecosistema – Ambizione Italia – che si propone di offrire una formazione sui nuovi trend del digitale come AI e Robotica agli studenti e ai professionisti già affermati affinché possano acquisire quelle competenze sempre più necessarie per svolgere i lavori del futuro. Per questa ragione sosteniamo Digitally: dobbiamo fare sistema e unire le forze per raggiungere questo importante obiettivo comune che è la crescita dei nostri talenti e del Paese intero», ha commentato Barbara Cominelli, Chief Operating Officer di Microsoft Italia.

Tra i partner del progetto: Centro Medico Santagostino, Henkel, Jointly, Microsoft, Nexi, Unes Supermercati, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Oltre Venture, primo fondo di impact investing italiano, ha effettuato un investimento iniziale di 245mila euro.

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