lunedì 22 novembre 2010
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Torna a salire il rischio debito dei Paesi cosiddetti periferici di eurozona: i credit default swaps (cds) sul debito della Grecia sono schizzati di 36 punti base a 1.004 punti, seguiti da quelli sull'Irlanda a quota 508 punti. I cds sul Portogallo sono aumentati di 29,5 punti base a 447 punti, quelli sulla Spagna di 7 punti base a 267 punti e quelli dell'Italia di 4 punti base a 185,5 punti.Non c'è «nessuna analogia» tra la situazione dell'Irlanda e quella del Portogallo, in quanto le banche di Lisbona sono solide e il governo ha già presentato un programma di bilancio convincente per il 2011. È quanto ha dichiarato il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, sottolineando anche che i dati su deficit e debito del Portogallo sono già stati convalidati da Eurostat, come quelli di tutti gli altri Paesi Ue, e sono quindi affidabili.«Non c'è da fare nessuna analogia tra il caso irlandese e quello portoghese», ha affermato Amadeu Altafaj, in quanto «il settore bancario del Portogallo è resistente e lo ha già dimostrato negli ultimi mesi». Inoltre, il governo di Lisbona, ha continuato il portavoce, «ha già presentato un piano ambizioso di bilancio per il 2011 e sta lavorando a riforme strutturali che rilanceranno la crescita e l'occupazione». Bruxelles ha poi smentito le voci, rilanciate dall'opposizone portoghese, secondo cui i dati macroeconomici del Portogallo non sarebbero corretti, come era avvenuto in Grecia. L'ufficio statistico europeo «Eurostat ha appena pubblicato i dati consolidati per tutti gli Stati membri, e per la prima volta tutti sono in linea con gli standard contabili dell'Ue», ha messo in chiaro il portavoce di Rehn, concludendo quindi che «non ci sono ragioni per rivederli ancora una volta» dopo l'ultima pubblicazione di lunedì scorso 15 novembre. Per il portavoce di Rehn anche la Spagna, come il Portogallo, non corre nessun rischio in quanto ha già «adeguatamente» risposto alle sfide del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali per «rafforzare la fiducia» dei mercati. Madrid «non dovrà» quindi adottare misure supplementari per evitare di trovarsi in una situazione di difficoltà che potrebbe richiedere l'intervento Ue-Fmi.Del resto, ha ribadito Altafaj, «la decisione presa per fornire assistenza finanziaria all'Irlanda è stata intesa come uno strumento per fermare ogni potenziale influenza» di contagio sugli altri Paesi dell'eurozona. L'obiettivo ultimo dell'attivazione del meccanismo Ue-Fmi, come si legge nella dichiarazione congiunta di Eurogruppo ed Ecofin per l'ok agli aiuti a Dublino rilasciata ieri sera, è infatti quello di «salvaguardare la stabilità finanziaria in Europa e nell'eurozona».«Certo, noi non possiamo determinare le reazioni dei mercati», ha riconosciuto Altafaj, aggiungendo, però, di essere «fiducioso» che la decisione presa ieri di fornire assistenza finanziaria all'Irlanda possa «contribuire» alla stabilità dei Paesi Ue nel loro complesso.
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