venerdì 14 febbraio 2020
Trenta miliardi in più rispetto all'anno precedente. Le associazioni di consumatori: è come se ogni famiglia avesse 92mila euro di debito.
Palazzo Koch a Roma, sede della Banca d'Italia

Palazzo Koch a Roma, sede della Banca d'Italia - Ansa

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In un anno il debito pubblico è cresciuto di quasi 30 miliardi: secondo i dati Bankitalia, diffusi oggi, è passato da 2.380,6 miliardi del 2018, ossia il 134,8% del Pil, a 2.409,2 miliardi alla fine del 2019. L'aumento del debito (pari a 28,7 miliardi) è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (35,2 miliardi) grazie alla lieve riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (2,2 miliardi, a 32,9) e all'effetto complessivo degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione del cambio, che ha diminuito il debito per 4,4 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 32,1 miliardi, passando a 2.324,8, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,4 miliardi, arrivando a 84,4; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.
Lo scorso dicembre la durata media del debito era pari 7,3 anni, come alla fine del 2018. Nel corso del 2019 la quota di debito detenuta da non residenti è tornata ad aumentare, collocandosi alla fine dello scorso novembre al 31,4 per cento (dal 28,6 per cento della fine del 2018).

Le associazioni dei consumatori esprimono preoccupazione per l'elevato debito che grava sulla testa degli italiani. "Peggio di così non si può. Considerato che in Italia ci sono 26.081.199 famiglie, è come se ogni famiglia avesse 92 mila euro di debito, 92.375 euro per la precisione", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori commentando i dati.

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