mercoledì 7 dicembre 2022
Quinto mese consecutivo di calo dei volumi delle vendite al dettaglio. In crisi i beni alimentari: rispetto a un anno fa, i volumi di vendita fanno segnare -7,9%.
Continua a essere consistente il calo delle vendite al dettaglio dei beni alimentari

Continua a essere consistente il calo delle vendite al dettaglio dei beni alimentari - Ansa

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C’è già chi parla di “gelata di Natale”. Di certo i dati diffusi stamattina dall’Istat rilanciano un allarme sui consumi di cui già si erano avute avvisaglie nei mesi precedenti: siamo anzi al quinto mese consecutivo di calo dei volumi delle vendite al dettaglio. Stando all’Istat, rispetto a un mese prima, il calo registrato a ottobre nelle vendite al dettaglio è di -0,4% in valore e -1,2% in volume. Rispetto a un anno prima, le vendite al dettaglio hanno registrato “un calo sostenuto", pari al 6,3%. In valore, invece, le vendite aumentano dell'1,3%. Sempre rispetto a un anno prima, ancora più consistente il calo dei volumi di vendita per i beni alimentari, scese del 7,9% (+4,7% in valore). Le vendite dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -1,1% e -5,2%). Si compra molto di meno, insomma, anche se quel meno costa molto di più, con l’inflazione ormai stabile a doppia cifra.

Rispetto a ottobre 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+3,4%) e il commercio elettronico (+6,2%) mentre è in calo per le imprese operanti su piccole superfici (-1,4%); restano stazionarie le vendite al di fuori dei negozi. Un rialzo particolarmente consistente si registra per i discount di alimentari, dove le vendite segnano un rialzo del +10,1% rispetto a ottobre 2021.

Per il Codacons i dati sulle vendite al dettaglio sono “disastrosi” e provocati dall’ondata di rincari. "Rispetto al mese precedente le vendite scendono sia in valore che in volume, ma il dato davvero allarmante è il crollo dei beni alimentari che, rispetto allo stesso periodo del 2021, registrano una diminuzione in volume del 7,9% - sottolinea il presidente Carlo Rienzi -. Numeri che equivalgono, al netto dell'inflazione, ad un taglio di spesa sugli alimentari pari a 445 euro annui a famiglia".

Sulla stessa linea il commento di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "Una gelata sul Natale – evidenzia -. Al di là del miraggio delle vendite annue in rialzo, dovuto solo all'inflazione che gonfia il valore delle vendite, i consumi reali stanno precipitando. Il carovita ha svuotato le tasche degli italiani, che saranno costretti a usare le tredicesime per saldare le bollette di luce e gas”.

Secondo Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione, si continua a rilevare “una frenata dei consumi, anche nel settore del non-food, come effetto dell’impatto della crescita dei prezzi sui bilanci familiari. Il miglioramento dei dati sulla fiducia dei consumatori, rilevata da Istat nel mese di novembre, è insufficiente per fugare le preoccupazioni in vista del periodo natalizio”. Una recente rilevazione condotta da Ipsos per Federdistribuzione fa notare che “più di 3 italiani su 5 si aspettano un Natale sottotono per la propria famiglia”. E ancora: “Per arginare l’impatto dell’inflazione sul proprio bilancio familiare, i consumatori stanno cambiando le proprie strategie d’acquisto: riducendo gli sprechi, comprando solo lo stretto necessario, cercando soluzioni più economiche a parità di prodotti”.

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