lunedì 16 gennaio 2017
Con Sunderland (vincitore tra le moto) e Peterhansel (tra le auto), i due marchi hanno monopolizzato il podio nella Dakar. Prima volta per Fiat Panda, al traguardo con una potente versione Cross 4x4
La Peugeot che ha vinto l'edizione 2017 della Dakar

La Peugeot che ha vinto l'edizione 2017 della Dakar

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Sam Sunderland (in sella a KTM) è il vincitore su due ruote della Dakar 2017, il rally più importante del mondo, che ha attraversato in questa edizione Paraguay, Bolivia ed Argentina. È il primo britannico ad aggiudicarsi il trofeo. Tra le auto la vittoria finale è invece andata ad un veterano della gara, il 51enne francese Stephane Peterhansel (su Peugeot, navigatore il connazionale Jean Paul Cottret), giunto al 13° successo personale: sei impugnando il manubrio della moto e sette un volante.

La classifica generale finale dopo 12 tappe è stata tra le due ruote un trionfo per KTM, con tre moto sul podio: secondo l'austriaco Matthias Walkner (a 32'), terzo Guell (a 35'40"). La prima non austriaca è la Yamaha di Van Beveren (a 36'28"). Migliore degli italiani è stato Simone Agazzi (Honda), 37°, davanti ad Alessandro Ruoso (KTM). Tra le auto la tappa conclusiva se l'è aggiudicata il francese Sebastien Loeb (Peugeot), seguito da Peterhansel e dal sudafricano Giniel De Villiers (Toyota). Come nelle moto, anche a quattro ruote il podio della generale è totalmente monopolizzata da un solo marchio, in questo caso la Peugeot. Loeb infatti ha concluso secondo assoluto con un distacco di 5'13", Cyril Despres è terzo a 33'28".

Il programma di questa gara è stato estenuante: prevedeva quest'anno un totale di quasi 9.000 km da percorrere, di cui più di 4.000 di faticose prove speciali: 7 di queste hanno superato i 400 km, una i 500 km. Per ben 5 giorni e più di 2.200 km vetture, moto, camion ed equipaggi hanno dovuto fronteggiare le problematiche dovute alla carenza di ossigeno dovuta all'altitudine, mai sotto i 3.500 metri. Inoltre, le temperature spesso superiori ai 40°, unite all'estrema variabilità del tempo, hanno contribuito a mettere a durissima prova sia la resistenza meccanica dei mezzi, sia quella fisica degli equipaggi.

Fiat Panda conquista il deserto. Ma è stata un'edizione storica anche per altro. Per la prima volta in assoluto infatti, la prima auto italiana, la prima vettura Fiat, la prima utilitaria derivata dalla serie ha tagliato il traguardo finale del raid per eccellenza. Con la PanDakar, cioè la Panda 4x4 Cross dotata di un potente motore 2.0 Multijet da 180 CV completamente di serie, Fiat è stata protagonista dell'edizione 2017 della corsa più dura del mondo. L'impresa è merito dal team Orobica Raid, nato nel 2008 e guidato da Giulio Verzeletti, specializzato in raid di lunga durata. I componenti del team vantano una lunghissima esperienza nel settore, e tra tutti i membri si contano oltre 40 partecipazioni alla Dakar. Grazie al preziosissimo contributo di Nicola Montecchio che ha curato con successo l'intero aspetto motoristico, in particolare quello legato alle elevate altitudini raggiunte e percorse durante l'intero raid, hanno condotto la PanDakar al grande traguardo gli italiani Giulio Verzeletti e Antonio Cabini, un veterano che ha partecipato a ben 20 Dakar in moto, auto e camion.

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