sabato 16 novembre 2019
La grande cassaforte di Stato, oltre a essere coinvolta in grandi partite finanziarie, sta investendo su fronti che spaziano dall’housing sociale all’effi
Cassa depositi e prestiti festeggia 170 anni
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Dal territorio al territorio, andata e ritorno. La Cdp sta conoscendo una nuova giovinezza, in barba ai suoi 170 anni. Quasi ogni giorno sui media per la presenza in delicate partite finanziarie (da Poste a Eni, da Telecom agli hotel, da Open Fiber alla Treccani, per non dire della sua continua evocazione nella recente vicenda ex Ilva), e per questo da sempre nel mirino della politica, la grande cassaforte di Stato vive anche una seconda dimensione meno nota, legata alla promozione dello sviluppo sostenibile e inclusivo delle varie aree del Paese.

«C’è un rapporto storico che unisce Cdp ai territori», dice Fabrizio Palermo, da luglio 2018 amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, che lunedì 18 festeggia il 170° compleanno all’ex Poligrafico, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Non potrebbe essere altrimenti – prosegue – per un gruppo che è arrivato a raccogliere il risparmio di 27 milioni d’italiani. Un risparmio a cui diamo una doppia valenza: valore finanziario di un investimento garantito dallo Stato, ma anche valore economico, sociale e ambientale in termini di beni e servizi erogati».

Parole che si traducono in esempi concreti perché – magari non lo sappiamo – ma spesso dietro a un’opera pubblica c’è una mano della Cassa. Come a Colognola ai Colli. Qui, nel Veronese, a metà di settembre scorso è suonata la campanella del moderno edificio realizzato per garantire l’istruzione a tutti i ragazzi della zona, incluse le frazioni sparse tra le colline circostanti. Con il contributo (per la scuola primaria) di un prestito flessibile da 2,4 milioni e la gestione di un ulteriore finanziamento da 1,49 milioni, è stato realizzato un impianto all’avanguardia, che dovrebbe fungere da esempio in un’Italia afflitta da cronici problemi di edilizia scolastica. Non è un caso raro: i numeri comunicati da via Goito parlano di circa 3 miliardi stanziati dal 2010 per interventi in questo ambito e di uno sprint nel 2019, con investimenti finanziati per 91 edifici scolastici nei primi 6 mesi, ovvero una scuola ogni 2 giorni. E non minore importanza si dà al progetto 'Il risparmio che fa scuola', cioè le ore di educazione finanziaria per gli studenti. La Cassa negli anni si è aperta, insomma, pur mantenendo come principale fonte di raccolta (per il 75%) i classici buoni e libretti postali, strumento antico ma sempre di 'appeal'. Un’apertura testimoniata da alcune tappe: dapprima, nel 2016, Cdp ha assunto il ruolo d’istituzione finanziaria cardine per la cooperazione allo Sviluppo.

Ma la vera svolta per questa Spa controllata per l’82,77% dal ministero del Tesoro (e supportata dalle Fondazioni ex bancarie) è arrivata col nuovo Piano industriale 2019-2021, fortemente voluto da Palermo per orientare l’operatività agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e fungere da 'acceleratore'. La potenza di fuoco è testimoniata dai numeri, adeguati a un simile colosso: nel triennio Cdp conta di investire 200 miliardi di euro, tra risorse proprie (oltre il 50%) e di investitori privati e istituzioni, su fronti che spaziano dalle infrastrutture all’housing sociale, l’effi-cientamento energetico, l’innovazione delle imprese, l’impatto ambientale. L’impegno è globale, senza abbandonare il 'cuore' proprio del gruppo: la finanza.

Già nel 2017 fu emesso il primo 'social bond', dal valore nominale di 500 milioni, finalizzato a creare posti di lavoro nelle Pmi attraverso crediti loro destinati nelle aree svantaggiate. Nel 2018 è stata poi la volta del primo 'hydro bond', un’emissione sempre da 500 milioni per migliorare il sistema idrico nazionale. Un trittico coronato, quest’anno, da un’altra obbligazione da 750 milioni vincolata alla messa in sicurezza degli edifici pubblici. Non è un caso, allora, che giovedì scorso Cdp sia divenuta la prima istituzione finanziaria italiana ammessa alle risorse del fondo Onu per investimenti 'green' nei Paesi in via di sviluppo. Anche dagli amministratori locali giungono conferme: «La caratteristica della Cassa è di essere veloce, in pochi giorni giungono i fondi e questo è essenziale per un ente locale », spiega Paola Sisti, sindaco di Santo Stefano di Magra (La Spezia), che così ha modernizzato il patrimonio scolastico e il centro storico del suo comune.

La sensibilità per le esigenze dei cittadini si riflette pure sullo sviluppo dell’edilizia sociale, altro anello debole sullo scacchiere nazionale, dove oltre 14 milioni di italiani non hanno ancora possibilità di accedere a una casa dignitosa. Anche qui il gruppo è presente. Basta spostarsi a Ferrara per imbattersi nel palazzo degli Specchi, l’ex centro direzionale rimasto bloccato per guai giudiziari della vecchia proprietà. Cdp è subentrata e in soli 18 mesi l’ha trasformato nelle 'Corti di Medoro', per accogliere gli studenti del locale ateneo in 44 appartamenti assieme ad altri 190 alloggi per famiglie e anziani. Si cerca di rispondere anche alle tragedie più recenti: a Genova Cdp e il Comune si accordarono già ad agosto 2018 per ospitare nella ex 'Casa delle infermiere', con 40 unità già arredate, diverse famiglie rimaste senza casa dopo il crollo del ponte Morandi. Dal Nord-Ovest al Nord-Est, uno degli interventi più significativi è a Trieste: qui nel 2018, dopo aver investito 81 milioni, sono stati inaugurati 83 alloggi in classe energetica A1 e A2, con affitti calmierati, ricavati dalla ex fabbrica cartotecnica 'Saul Sadoch', inutilizzata da inizio 1990. Tutti esempi, in fondo, di una forma diversa di «preservare la fiducia degli italiani», che rimane la principale mission indicata dall’ad Palermo.

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