mercoledì 15 ottobre 2014
Il ciclone finanziario dopo l'allarme di Fitch sulla solidità delle banche elleniche, i timori di elezioni anticipate ad Atene e i dati economici Usa. Milano fa il tonfo: -4,44%.
 E in Italia cala il potere di acquisto delle famiglie
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La Grecia affonda le borse europee. La piazza di Atene accusa un autentico crollo. L'indice azionario dei titoli principali lascia sul terreno il 6,55%. Le vendite colpiscono si concentrano sul comparto finanziario come riflesso dell'impennata dei rendimenti dei titoli di Stato greci. Il decennale è schizzato al 7,82% con uno spread con il Bund tedesco che in poco tempo è passato da 600 a 703 punti. Il ciclone si origina da un rapporto dell'agenzia Fitch che ha lanciato un allarme sulla solidità delle banche elleniche in vista dei risultati degli stress test della Bce. Inoltre contribuiscono i timori di elezioni anticipate in Grecia e all'intenzione del governo di uscire prima degli accordi dal piano internazionale di assistenza finanziaria. In più, come se non bastasse, ad appesantire il clima ci sono i dati macro sotto le attese in arrivo dagli Stati Uniti, che riguardano le vendite al dettaglio, i prezzi alla produzione e il settore manifatturiero. Tutte le borse europee hanno registrato perdite. Milano alla chiusura si è confermata la peggiore d'Europa con il Ftse Mib che crolla del 4,44% a quota 18.304 punti. Durante la giornata a Piazza Affari si è registrata una raffica di titoli sospesi: da Mediobanca a Unicredit, da Finmeccanica a Stm. Il trend negativo accomuna tutte le principali borse europee e Wall Street che ha aperto in negativo. L'esperto: «Paure eccessive» "A pesare sui mercati è la batteria di dati economici negativi sia negli Stati Uniti che in Europa, ma anche le tensioni emerse tra la Troika e il Governo greco". Lo spiega Paolo Guida, responsabile retail research servizio studi Intesa Sanpaolo. L'andamento recente dei mercati, osserva Guida, "seppur giustificato da dati economici sfavorevoli, appare tuttavia una reazione eccessiva rispetto ai fondamentali che non ci sembrano indirizzati verso una nuova recessione mondiale". Secondo Guida, poi, "l'ipotesi di ritorno alla fase più acuta della crisi del debito sovrano a causa della presunta volontà della Grecia di interrompere il percorso di risanamento è resa altamente improbabile dalla rete di protezione messa in piedi in questi anni dalle autorità europee, soprattutto grazie alla Bce".
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