venerdì 15 maggio 2020
Costa ed Msc pensano a rotte con approdi lungo lo stivale
Crociere, ripartenza con viaggi italiani
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Il mondo delle crociere guarda al domani speranzoso. Riprendere la navigazione è il desiderio di tutte le flotte, dopo due mesi di stop totale, con entrate pari a zero e costi da sostenere come quelli dei marittimi e dei servizi manutentivi delle navi. Quella che avrebbe dovuto essere una stagione da record rischia di diventare uno dei periodi più brutti. Le difficoltà sono note: il Mediterraneo, cuore crocieristico, piange. Non a caso tre compagnie statunitensi - Princess Cruise, Holland America e Seabourn Line - hanno cancellato la stagione estiva europea. Ora si comincia a ragionare in termini di ripartenza, magari iniziando con crociere italiane. D'altra parte il nostro Paese, l'anno passato, è stato la prima destinazione del Mediterraneo per numero di passeggeri. I brand nostrani hanno calendarizzato le ripartenze: Costa (che è ricorsa alla cassa integrazione) il 1° luglio, Msc il 10 luglio. Facendo leva sulla speranza della riapertura dei porti del Belpaese - secondo gli addetti ai lavori dalla prossima settimana o poco più tardi - alle navi da crociera. Viaggi tra porti italiani consentiti alle navi battenti bandiera europea, dettaglio normativo che avrebbe rappresentato un ostacolo per Msc (bandiera svizzera) ma che fonti ministeriali dicono superato. Restano però tanti nodi da scogliere. Perché, ad esempio, nei provvedimenti del Governo il settore crocieristico pare dimenticato. Un comparto che non chiede aiuti “ma regole chiare e snellimento burocratico" ci dice Luigi Merlo, presidente di Federlogistica. Merlo ricorda che quest'anno le crociere avrebbero raggiunto i 13 milioni di passeggeri stabilendo il record storico. Ma si stima che già 10 milioni siano andati persi. Una doccia gelata per un settore con 120mila posti di lavoro (38mila marittimi comunitari sulle sole navi italiane), 3,9 miliardi di salari dei quali 1,4 già andati in fumo. Senza dimenticare che ci sono terminal marittimi che vivono di sole crociere - come Civitavecchia - e rischiano la sopravvivenza e per questo, sottolinea Merlo, vanno ridotti i canoni demaniali. È chiaro che quando le crociere ripartiranno ci saranno altre problematiche da affrontare, ricorda ancora il presidente di Federlogistica, come il ridotto numero di crocieristi - anche qui come in altri settori si preannuncia la regola del 50% - un taglio secco delle escursioni, probabilmente la chiusura dei buffet, solo per fare qualche esempio. “Le navi sono sicure - sottolinea Merlo - non ci si deve fare condizionare da episodi come quello in Giappone". D'altra parte sugli odierni “bastimenti” gli spazi sono enormi, la climatizzazione garantita e le camere senza oblò, finestre e terrazzi un ricordo. “È possibile dividere gli spazi" rimarca il numero uno di Federlogistica che dice che “è una questione di ragionare sui numeri usando equilibrio". E serve un protocollo come ha già delineato la Spagna e come potrebbe iniziare a farsi da noi la prossima settimana. Ripartire quindi diventa una parola d'ordine anche perché dietro alla vacanza in nave lavora un altro mondo: quello della cantieristica. Che nel Belpaese vuol dire Fincantieri. L'effetto virus per il gruppo si è tramutato in ricavi in calo, a marzo i bacini chiusi sono costati 38 milioni, rinvio di ordini anche se per ora non ci sono cancellazioni e un rallentamento del piano industriale al 2024. E la proroga della cassa integrazione dal 18 al 30 maggio.

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