lunedì 2 gennaio 2023
Addio alla valuta locale: è il ventesimo Paese dell'Ue a entrare nell'eurozona. Stop anche ai controlli ai valichi
Il valico di Bregana, tra Croazia e Slovenia, con il passaggio libero dopo l'ingresso della Crozia nell'area Schengen

Il valico di Bregana, tra Croazia e Slovenia, con il passaggio libero dopo l'ingresso della Crozia nell'area Schengen - Ansa

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Il viaggio è durato dieci anni ma ha avuto infine l’approdo sperato: contemporaneamente all’ingresso nell’area Schengen, da ieri anche in Croazia è entrato in circolazione l’euro, un passaggio definito “un successo” dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Sale così a 20 il numero degli Stati membri dell'Unione Europea (Ue) che utilizzano la moneta unica. “Mi congratulo con i cittadini croati. Questo dimostra l'attrattiva dell'euro, che apporta stabilità ai Paesi che lo adottano", ha aggiunto Lagarde. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto congratularsi con la Croazia, lodando su Twitter il "risultato importante per il progetto europeo e per il popolo croato". "Spero che presto altri Paesi raggiungano lo stesso obiettivo, a beneficio di tutta l'Ue", ha sottolineato il capo dello Stato.

Con l'ingresso della Croazia nell'area dell'euro, la Hrvatska narodna banka, la Banca centrale croata, entra a far parte dell'Eurosistema. La Hrvatska narodna banka diventa inoltre membro a pieno titolo del Meccanismo di vigilanza unico; il Paese tuttavia aveva instaurato una cooperazione stretta già nell'ottobre 2020. La banca centrale croata ha versato la rimanente parte della quota di capitale della Bce da essa sottoscritta e ha trasferito il proprio contributo alle riserve ufficiali della Bce. Le controparti croate dell'Eurosistema potranno partecipare alle operazioni di mercato aperto della Bce annunciate dopo il 1° gennaio 2023.

L'iter verso la moneta unica era stato avviato dal governo croato nell'ottobre del 2017, con la richiesta di ingresso nel meccanismo di cambio europeo, presupposto per l'adozione dell'euro. Già all'epoca l'obiettivo era stato collegato a quello dell'ingresso nella zona Schengen, raggiunto in contemporanea: il Consiglio dell'Ue ha infatti dato il via libera il 9 dicembre all'ingresso di Zagabria nello spazio di libero scambio, che raggiunge ora 27 Paesi (23 Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein).

A luglio del 2020 Eurogruppo e Banca centrale europea avevano incluso la Croazia e la kuna negli Accordi europei di cambio, fissando già il tasso centrale a 7,53450 kune per euro. A settembre 2021 la Croazia aveva quindi firmato un memorandum d'intesa con la Commissione Europea e gli altri Stati della zona euro, definendo i passi per coniare la moneta unica. L'esecutivo Ue ha poi dato la propria valutazione positiva sul raggiungimento dei criteri di convergenza, poi condivisa dall'Eurogruppo. Il 24 giugno anche il Consiglio europeo aveva approvato l'adozione dell'euro da parte della Croazia. L'atto finale per l'ingresso è stato deciso nel Consiglio dell'Ue il 12 luglio fissando il cambio della kuna croata a 7,53450 per 1 euro, confermando dunque quello fissato per l'ingresso nel meccanismo di cambio. Dopo neanche 18 anni i croati salutano dunque la kuna, introdotta nel Paese solo nel 1994 (e da subito agganciata al marco tedesco), dopo il dinaro croato che subentrò nel 1991 al dinaro jugoslavo. Dal 5 settembre scorso i prezzi nel Paese sono riportati sia in euro sia in kune, e lo saranno fino a fine anno. Per le prime due settimane del 2023, poi, circoleranno sia l'euro e sia la kuna. Restano vietati gli aumenti di prezzo connessi alla transizione all'euro.

Con l’ingresso anche nell’area Schengen, al valico di Bregana-Brežice, sull'autostrada Zagabria-Lubiana, ieri il ministro dell’Interno croato, Davor Bozinović, ha simbolicamente premuto per l'ultima volta il pulsante per alzare la rampa e lasciar passare le prime automobili senza controlli. "Abbiamo aperto le porte all'Europa senza frontiere e definitivamente affermato la nostra identità europea per la quale si sono battute generazioni di croati", ha dichiarato. Un'analoga cerimonia si è tenuta anche al confine con l'Ungheria, al valico Goričan-Letenye, con il ministro degli Esteri, Goran Grlić Radman, che ha sottolineato come d'ora in poi la Croazia abbia anche "la grande responsabilità di proteggere più di 1.300 chilometri di confine esterno dell'Ue", con la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina. In totale sono stati soppressi 73 valichi di confine terrestri e 12 nei porti marittimi, mentre per il traffico aereo si dovrà aspettare fino al 26 marzo.

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