lunedì 23 febbraio 2009
La Bce ha osservato i primi segni di una flessione dell'offerta di credito. Lo ha detto il suo presidente, Jean-Clade Trichet. Il calo è legato non solo alla diminuzione della domanda, ma anche a condizioni di finanziamento più restrittive. Trichet ribadisce la necessità che il sistema incoraggi redditività a
medio e lungo termine ed eviti comportamenti per il breve termine.
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    Eurolandia comincia a mostrare "i primi segni di una flessione del credito", che se dovessero consolidarsi potrebbero precipitare il sistema bancario, già in "grave tensione", in una spirale negativa. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, oggi ha certificato la diagnosi di un  possibile 'credit-crunch' a tutti gli effetti in Europa, una situazione cioè in cui le banche chiudono i rubinetti del credito, aggravando la recessione, che a sua volta mette a rischio l'attività bancaria.«Le tensioni del sistema finanziario si stanno proiettando su quello reale». Parlando a Parigi, Trichet ha spiegato che "i flussi netti del credito nella zona euro sono rimasti positivi durante gran parte del periodo di turbolenze finanziarie". Ma "nelle ultime settimane abbiamo visto i primi segni di una flessione dei flussi creditizi". Una situazione già emersa a fine gennaio, quando la Bce, nel suo comunicato sull'aggregato monetario M3, aveva notato la frenata della crescita del credito al settore privato al 5,8% a dicembre, tasso più basso dal 2004, causata dal primo calo mensile in almeno un decennio (-0,4%), dei flussi netti di credito verso le famiglie e aziende. Al consiglio direttivo d'inizio febbraio, Trichet aveva di conseguenza evidenziato una stretta al credito. Oggi il banchiere francese si è spinto oltre: è sempre più chiaro - ha detto - che "le tensioni del sistema finanziario si stanno ripercuotendo sull'economia reale. Questo ha messo in moto un circolo vizioso fra il sistema finanziario e l'economia reale: il sistema finanziario ostacola la ripresa dell'economia, e allo stesso tempo la recessione mette ancor più pressione sul sistema finanziario".«Servono interventi, e subito». Le autorità di Eurolandia (e non solo), insomma, ora devono combattere non solo la crisi finanziaria, ma l'intera spirale negativa creatasi fra questa e la recessione. Non basterà tagliare i tassi, che la Bce potrebbe ridurre di mezzo punto all'1,5% a marzo: l'allerta lanciata oggi dalla Bce potrebbe spianare la strada a quelle misure ulteriori chiamate "allentamento quantitativo", come l'acquisto di obbligazioni sul mercato, sul quale finora Trichet finora ha sempre frenato. Non solo: secondo Trichet la situazione rivela sempre più le debolezze strutturali del sistema finanziario. Ecco dunque la "linea di difesa" dell'Eurotower: disciplinare in maniera più stringente l'attività di hedge fund, agenzie di rating, derivati, mettendo un freno alle gratifiche offerte dalle banche ai loro dipendenti, troppo sbilanciate verso i risultati di breve termine. "La crisi è una chiamata, forte e chiara, a una maggiore regolamentazione e controllo su tutte le istituzioni di rilevanza 'sistemicà", ha detto Trichet, che è tornato a rivendicare alla Bce un ruolo di supervisione bancaria europea, che "sarebbe una naturale estensione del mandato già assegnatoci dal trattato, con riferimento, nello specifico, alla stabilità finanziaria".
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