sabato 6 aprile 2013
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Anche in Germania si taglia sul welfare. Nonostante a Berlino e dintorni la crisi abbia colpito di meno, si sta molto attenti ai conti e quando è possibile si taglia ed il primo settore ad essere toccato è quello delle politiche sociali o delle politiche familiari. Il Bundesrat, la Camera alta delle Regioni, potrebbe bloccare il Betreuungsgeld, il contributo statale per le famiglie che non mandano i figli al nido o alla scuola materna.Il provvedimento dopo una lunga discussione politica e mediatica era stato approvato dal governo. Proposto con forza dalla Csu, i cristiano-sociali bavaresi, il disegno di legge aveva incontrato qualche resistenza anche all’interno della Cdu e soprattutto le aspre critiche dell’opposizione, in particolare di Spd e Verdi che avevano definito il Betreuungsgeld come un ritorno ad un vecchio modello di famiglia. Il progetto presentato dal ministro della Famiglia, Kristina Schröder (Cdu), aveva destato critiche anche da parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Tale contributo, infatti, si ripercuoterebbe negativamente sull’occupazione femminile e sull’integrazione degli immigrati. Secondo un recente studio dell’Ocse, soprattutto le donne che provengono da famiglie di immigranti, appartenenti alle fasce sociali più deboli, tendono ad accettare il finanziamento dallo Stato e a tenere i figli a casa, sfavorendo così il processo di integrazione. Le sovvenzioni date ai genitori che tengono a casa i figli, potrebbero inoltre avere ripercussioni negative sulla partecipazione al mondo del lavoro delle donne immigrate. Il governo di Berlino aveva varato nel giugno del 2012 il contributo per l’assistenza all’infanzia che dal 2013 avrebbe dovuto essere versato a tutte le famiglie che avessero deciso di educare da soli i figli piccoli, rinunciando a mandarli nei Kitas, gli asili nido. Il bonus per il 2013 doveva essere di 100 euro e poteva essere richiesto da tutte le famiglie con un figlio nel secondo anno di vita. Nel 2014, il bonus sarebbe dovuto arrivare a 150 euro mensili, e riguardare anche i bambini nel terzo anno di vita. Per coprire i costi del Betreuungsgeld il governo aveva stanziato 300 milioni di euro per il 2013, con la somma che sarebbe salita fino ad 1,7 miliardi nel 2015. Per il governo democristiano-liberale la scelta di incoraggiare le madri ad accudire i bambini piccoli avrebbe il vantaggio di risparmiare sui costi per l’estensione degli asili nido. Secondo i dati del Ministero federale per la Famiglia esistono attualmente 620mila posti nei Kitas, mentre per accogliere tutti i bambini ne servirebbero almeno altri 130mila. Dal canto suo, l’opposizione ha sempre ritenuto questa decisione sbagliata, chiedendo al governo di finanziare soprattutto la realizzazione di nuovi asili. Ed ora con un nuovo disegno di legge intende bloccare il contributo per l’assistenza all’infanzia al Bundesrat, la Camera delle Regioni, dove Spd e Verdi possono sfruttare la maggioranza di seggi, ottenuta dopo la serie di vittorie alle elezioni regionali conseguite negli ultimi due anni. La parola fine sulla querelle Betreuungsgeld sarà probabilmente posta dopo le elezioni del 22 settembre, quando ci sarà più chiarezza sulla nuova maggioranza al Bundestag.
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