mercoledì 4 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
ROMA Oggi è soprattutto il problema dell’immigrazione e delle spinte nazionalistiche che questa alimenta nei Paesi della Ue a mettere in pericolo la sopravvivenza stessa dell’Europa come l’abbiamo conosciuta negli ultimi decenni. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è mostrato molto preoccupato parlando ieri a un convegno all’Università La Sapienza di Roma. E per una volta il focus del suo ragionamento non ha riguardato in prima battuta i problemi economici e finanziari, che pure non mancano, ma aspetti propriamente politici, a partire dalla crisi del sistema Schengen e dal rialzarsi delle frontiere interne all’Unione come risposta all’emergenza rifugiati. L’Europa sta vivendo «una situazione eccezionale in cui sta rischiando come forse non ha mai rischiato da quando è stata inventata », ha detto il responsabile dell’Economia. Il vecchio continente ha di fronte sfide «particolarmente severe» come l’uscita dalla disoccupazione a due cifre seguita alla reces- sione degli anni scorsi, il rischio Brexit, cioè il possibile abbandono della Gran Bretagna. Ma la minaccia più difficile da fronteggiare riguarda la sicurezza interna e i profughi. L’ondata di migranti dall’Africa e dal Medio Oriente rappresenta, secondo Padoan, «un cambiamento epocale che può essere sfruttato in modo positivo, approfittando per esempio del ricambio generazionale e della forza lavoro, ma che rischia invece, se gestito male, di incrinare la stessa costruzione europea ». È entrato in discussione anche il Trattato di Schengen e «questo è l’elemento più pericoloso, addirittura più della crisi dell’euro di pochi anni fa», ha osservato. Il ministro ha ribadito le proposte di governance europea che l’Italia ha presentato a Bruxelles insistendo non solo sulla flessibilità sul deficit ma anche sul completamento dell’Unione bancaria e sulla nascita di un ministro delle Finanze Ue. Una figura utile «ma non perché sto cercando lavoro» ha scherzato il ministro, ma per gestire le emergenze con politiche comuni. La questione sarà anche al centro del vertice tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel in programma domani a Roma. «Un’opportunità per rilanciare con forza le proposte italiane su immigrazione e crescita», ha detto il presidente del Consiglio. Il ministro dell’Economia ha commentato ieri anche le nuove previsioni economiche della commissione europea che «corroborano il quadro previsionale formulato dal governo nel Def». In termini quantitativi, afferma il Mef, le stime «sono simili» a quelle formulate a Roma mentre «sul piano qualitativo la Commissione reputa che la bassa inflazione, l’aumento della occupazione e la riduzione delle tasse siano destinati a sostenere il reddito delle famiglie e quindi a stimolare i consumi ». D’altro canto però, si aggiunge, il mancato aumento dei prezzi frena il Pil nominale e «quindi non consente di cogliere fino in fondo i benefici dell’aggiustamento in corso delle finanze pubbliche», dal momento che debito e deficit si calcolano appunto in rapporto alla crescita nominale. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA. Pier Carlo Padoan
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: