mercoledì 10 marzo 2021
Con la pandemia aumenta la prudenza delle famiglie verso l'indebitamento: il 42% degli italiani ha un finanziamento attivo ma per somme contenute
Meno mutui e rate leggere: gli italiani non fanno debiti
COMMENTA E CONDIVIDI

La pandemia ha reso gli italiani, da sempre poco propensi ad indebitarsi, ancora più prudenti. Preoccupati per il futuro e decisi a non fare il passo più lungo della gamba. Nell’anno del Covid finanziamenti sui consumi e mutui si sono ridotti, non nel numero complessivo ma per quanto rigarda il peso delle rate. Un trend in atto ormai da cinque anni e confermato dallo studio di Mister Credit, l’area di Crif che si occupa dello sviluppo di soluzioni per i consumatori. Nel 2020 si è registrato un lieve allargamento (+3,7% rispetto al 2019) della platea dei cittadini che hanno un mutuo o un prestito in corso – saliti al 42,2% – mentre la rata rimborsata a livello pro-capite ogni mese è stata di 324 euro (-3,8%). Anche l’esposizione residua, la somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare per estinguere i contratti attivi, è in calo (-1,2%) a 32.231 euro.«L’Italia risulta tra i Paesi occidentali con i cittadini ancora meno propensi a ricorrere ad un finanziamento per sostenere i propri consumi e progetti di spesa e l’emergenza Covid-19 non ha invertito questo trend.

Le famiglie che hanno adottato un atteggiamento prudente cercando di ridurre quanto più possibile l’esposizione verso gli istituti di credito per far fronte a una situazione di incertezza sul fronte lavorativo e reddituale» ha sottolineato Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif.Nel complesso, la platea di consumatori che hanno attivato un mutuo o un prestito è cresciuta ma c’è grande attenzione alla sostenibilità degli impegni assunti, con rate mensili non troppo pesanti rispetto al reddito disponibile e piani di rimborso più lunghi. Questo ha consentito di tenere sotto controllo la rischiosità del comparto, con il tasso di default che si è mantenuto stabile (solo nell’ultima rilevazione trimestrale del 2020 è risalito all’1,9%, pur restando prossimo ai minimi storici) anche grazie alla moratoria varata dal governo per la sospensione del pagamento delle rate.

Negli ultimi cinque anni è cambiata anche la composizione degli impegni assunti dalle famiglie, con la quota di mutui in calo sulla scia della dimunizione delle compravendite. In flessione i prestiti personali a fronte della crescita del peso di quelli finalizzati all’acquisto di beni quali auto, moto, prodotti di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, impianti «green» e per l’efficientamento energetico della casa. Nel 2020 i prestiti finalizzati hanno rappresentato il 47,8% del totale (+3,4% rispetto all’anno precedente). I prestiti personali sono il 31,2% (in calo del -5,1%) e i mutui per acquisto di abitazioni il 21%. Le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata media più elevata sono Trentino-Alto Adige (euro 429), Lombardia e Veneto (entrambe con 366 euro). Al Sud e nelle Isole, invece, si registrano rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria (269 euro) e in Sardegna (273 euro).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: