giovedì 3 maggio 2018
Nel 2019 inversione di tendenza: il Pil italiano all'1,2%, quello europeo al 2%. In calo la disoccupazione. Moscovici: protezionismo Usa pericoloso per l'Europa
Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari Economici, lancia l'allarme sui dazi (Ansa)

Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari Economici, lancia l'allarme sui dazi (Ansa)

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La crescita nell'eurozona continua ad essere forte. Ma l'anno prossimo rallenterà. A lanciare l'allarme, denunciando gli efetti negativi che hanno le misure protezionistiche da una parte e l'instabilità politica dall'altra (per l'Italia soprattutto), è la Commissione europea. L'Italia resta fanalino di coda. Dopo "l'accelerazione" della crescita nel 2017,

l'economia italiana "continuerà a crescere allo stesso passo dell'1,5% quest'anno, sostenuta largamente dalla domanda interna". Ma con i "venti di coda in calo e l'output gap che si chiude, la crescita del Pil verrà moderata a 1,2% nel 2019". Lo scrive la Commissione Ue nelle "Previsioni economiche di primavera", che confermano quelle invernali e che per l'anno prossimo segnalano anche un rallentamento degli investimenti. L'Italia resta ultima in classifica con la crescita più bassa dei 28 Paesi assieme a quella del Regno Unito. La più alta è quella di Malta (5,8% nel 2018 e 5,1% nel 2019) seguita da Irlanda (5,7% e 4,1%).

Guardando allazona euro "la crescita resta forte nel 2018 e si allenterà solo leggermente nel 2019, con una crescita rispettivamente del 2,3% e del 2%" scrive la Commissione. Una flessione a causa di "strozzature che diventano più evidenti in alcuni paesi e settori, dell'adeguamento della politica monetaria alle circostanze e di un certo rallentamento della crescita del commercio mondiale". "Il più grande rischio" per le previsioni "rosee" per l'eurozona "è il protezionismo, che non deve diventare la nuova norma" ha detto il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici. "Un'escalation del protezionismo commerciale presenta senza ambiguità rischi negativi per le previsioni economiche globali" e "per la sua apertura, l'eurozona sarebbe particolarmente vulnerabile". Altri rischi arrivano dagli Usa anche su stimolo e aumento dei tassi.

Per quanto riguarda l'Italia "l'incertezza sulle politiche è diventata più pronunciata e, se prolungata, potrebbe rendere i mercati più volatili e intaccare il sentimento economico e i premi di rischio". La Commissione sottolinea che per il Paese "i rischi per le prospettive di crescita sono diventati più inclinati verso il basso". L'Italia resta fanalino di coda d'Europa per la crescita, la più bassa dei 28 Paesi assieme a quella del Regno Unito. La più alta è quella di Malta (5,8% nel 2018 e 5,1% nel 2019) seguita da Irlanda (5,7% e 4,1%).

Buone notizie sul fronte dell'occupazione. "I trend positivi del mercato del lavoro, iniziati nel 2015, continueranno", con l'occupazione che crescerà "sostanzialmente in linea con l'attività economica, ma anche beneficiando delle nuove riduzioni di contributi triennali per l'assunzione dei nuovi giovani lavoratori". Per l'aumento della partecipazione alla forza lavoro, il tasso di disoccupazione in Italia è destinato a scendere al di sotto dell'11%: al 10,8%, nel 2018 e al 10,6% nel 2019. La disoccupazione nella zona euro dovrebbe scendere dal 9,1% nel 2017 all'8,4% nel 2018 e al 7,9% nel 2019.

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