venerdì 11 novembre 2022
Dopo aver esaminato il fabbisogno delle imprese, Ingenn - società di cacciatori di teste focalizzata nella ricerca di profili tecnici e ingegneri - propone di esternalizzare i processi di selezione
Tra i profili richiesti anche gli esperti di finanza sostenibile

Tra i profili richiesti anche gli esperti di finanza sostenibile - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Ammontano a 1,4 milioni le assunzioni previste dalle imprese italiane per il trimestre settembre-novembre del 2022. Delle posizioni relative al mese di settembre, 227mila - pari al 43,3% del totale - rischiano di rimanere vacanti a causa delle difficoltà di reperimento riscontrate dalle aziende. Come evidenziato dal Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro continua a crescere (+7 punti percentuali rispetto all’anno precedente); a segnalare una maggiore mancanza di professionisti specializzati sono le industrie metalmeccaniche ed elettroniche, seguite dalle imprese operanti nel settore della metallurgia, dell’energia, dell’edilizia e dell’industria alimentare. I profili più ricercati riguardano, ancora una volta, i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione. Le entrate stimate per questa categoria sono circa 17.500 e fra queste spicca la domanda di disegnatori tecnici e di addetti al controllo della produzione e della qualità industriale. Anche per i progettisti meccanici ed elettronici si prevede un’elevata richiesta, ma a trainare la domanda delle imprese sono soprattutto gli operai specializzati. Oltre il 25% delle figure ricercate nel settore manifatturiero è rappresentato infatti da conduttori di impianti, costruttori e montatori di macchinari, installatori, riparatori e carpentieri. Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, invece, le entrate previste sono 99.200. La richiesta di muratori riguarda quasi il 50% di queste posizioni, mentre l’altra metà è composta principalmente da elettricisti, idraulici e professioni assimilate. Alla base di queste difficoltà è possibile individuare differenti motivazioni: la carenza di candidati e la mancanza di una preparazione adeguata riscontrata dalle imprese risultano essere quelle prevalenti. Ne deriva che ricercare personale qualificato in campo Engineering & Manufacturing può apparire come una vera e propria sfida per le imprese in cerca di lavoratori specializzati; può essere ancora più complicato valutare e attrarre queste figure se non si possiedono competenze specifiche. Una valida soluzione già sperimentata da queste aziende potrebbe quindi essere quella di esternalizzare i processi di recruitment e affidarsi a esperti come Ingenn, la società focalizzata nella ricerca e selezione di profili tecnici e ingegneri.

Cacciatori di teste, servono figure per gestire i cambiamenti

Durante il periodo 2022-2026 - sempre secondo le previsioni del Sistema informativo Excelsior - il fabbisogno medio annuo di laureati da parte del sistema economico dovrebbe essere a pari a circa 250mila unità, vale a dire 1,25 milioni durante l’intero quinquennio. Questi si concentreranno per circa il 54% (in termini assoluti 135mila unità all’anno) nel settore privato, mentre la Pubblica amministrazione dovrebbe assorbirne il 46% (circa 115mila in media ogni anno). L’indirizzo di laurea in discipline economico-statistiche si conferma ancora una volta come quello più richiesto, con un fabbisogno previsto pari a 47.600 unità all’anno, in buona parte determinato dalla filiera della consulenza e della finanza. Questi settori saranno sempre più interessati dall’innovazione tecnologica, richiedendo professionisti in possesso di elevate competenze digitali, per esempio per operare nel fintech ovvero nell’ambito delle blockchain e della sicurezza. I servizi consulenziali attraverso le figure dei project manager, esperti in contabilità e rendicontazione saranno fondamentali per la gestione dei progetti legati al Pnrr. Inoltre, la forte crescita degli investimenti delle imprese nello sviluppo di nuovi modelli di business comporta una domanda di laureati in economia con specializzazione nel digital marketing e nell’e-commerce. Decisamente elevata risulta anche la domanda di laureati a indirizzo medico-sanitario, che dovrebbe superare, sia pure di poco, le 44mila unità all’anno. I primi due indirizzi detengono, nell’insieme, circa il 37% del fabbisogno di laureati previsto per il periodo 2022-2026. Al terzo posto in classifica figurano le lauree a indirizzo giuridico e politico sociale, con una domanda media all’anno pari a 36.200 unità (15% del fabbisogno totale di laureati), per lo più determinata dal comparto pubblico. Seguono a distanza dalle lauree in ingegneria (esclusa ingegneria civile, che afferisce al gruppo delle lauree a indi- rizzo Architettura), con 28.400 unità, pari all’11% del totale, e da quelle a indirizzo insegnamento e formazione, che comprendono scienze motorie, con 21.100 unità, l’8% del totale. Per rispondere alle evoluzioni nel mondo dell‘automazione, intelligenza artificiale e digitalizzazione, saranno necessari anche ingegneri robotici, specialisti dell’Internet of Things e dell’Intelligenza Artifi- ciale. Dallaltra parte la transizione verde stimolerà la domanda di laureati con competenze negli ambiti del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale, che riguarderanno in modo trasversale anche gli indirizzi di studio, dovendo formare figure come il giurista ambientale, l’architetto sostenibile, l’eco- designer, l’informatico green. Mentre la stima del fabbisogno medio annuo di persone con diploma durante il periodo 2022-2026 dovrebbe essere pari a poco più di 295mila unità, che corrisponderebbero a quasi 1,5 milioni di unità nell’arco dei cinque anni. Circa la metà di questo fabbisogno interesserà due aree formative trasversali a più settori economici: quella amministrativa e del marketing (con una domanda attorno al 75mila unità all’anno) e quella dell’industria e artigianato (71mila). Oltre un quarto del fabbisogno di diplomati in amministrazione, finanza e marketing è determinato dalla filiera commercio e turismo. Nell’ambito dell’area formativa dell’industria e dell’artigianato, due terzi della domanda delle imprese si concentrerà negli indirizzi meccanico, meccatronico, elettronico ed elettrotecnica. Abbastanza rilevante, sempre all’interno dell’area industria-artigianato, sarà anche il fabbisogno di diplomati nell’indirizzo informatico/telecomunicazioni e in quello della chimica, dei materiali e delle biotecnologie. Al terzo posto nella classifica degli indirizzi più richiesti figurano i licei, con una domanda attesa attorno alle 47mila unità in media all’anno. Seguono poi, a distanza, l’indirizzo socio-sanitario (25mila diplomati all’anno) e quello del turismo-ristorazione (21mila). «L’incertezza in cui sono state catapultate le aziende, e soprattutto l’impossibilità per di stipulare contratti per l’energia e il gas, rischiano di far vivere le aziende alla giornata. È insostenibile nel medio periodo». Lo dichiara il cacciatore di teste Gabriele Ghini, amministratore delegato di Transearch Italia e presidente della ProperDelMare consulting. L’head hunter insegna personal branding all’Università Cattolica di Milano. È autore del libro Diario di un cacciatore di teste. Oltre social, algoritmi e coronavirus e co-autore del libro Ceo branding nella reputation economy. «Tutte le aziende - spiega - vivono questo periodo con grande preoccupazione. Non si possono fare previsioni né budget. Si deve vivere alla giornata sapendo che la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. Nessuna azienda può pensare di essere al riparo perché l’energia e relativi costi sono indispensabili, nella filiera delle materie prime è probabile che qualcuna di esse sia scarsa e blocchi tutto il processo e ci vuole tempo per riorganizzare le catene logistiche. Ovviamente si cerca di manifestare positività, ma è palese la sensazione di trovarsi in un periodo di grande incertezza e imprevedibilità». «Durante i due anni della pandemia - sottolinea Ghini - abbiamo potuto usufruire di importanti paracaduti e supporti statali e, salvo qualche eccezione, il business era ripreso in maniera molto vivace. Il 2021 è stato un anno di grandi risultati così come i primi tre mesi del 2022. La guerra ha costretto tutti ad approfondire la fragilità delle singole economie nelle connessioni con altre; improvvisamente è sembrato che l’Ucraina fosse il Paese più strategico al mondo per una lunga serie di prodotti indispensabili quando fino a pochi mesi prima nessuno ne aveva capito l’importanza. Sono convinto che nel giro di qualche mese saremo in grado di sostituire questa dipendenza (sia delle materie prime sia di gas e petrolio russo), ma nel frattempo l’economia soffre parecchio. Ritengo che il panorama aziendale che emergerà dopo la guerra sarà profondamente diverso dall’attuale. Società di piccole dimensioni o, comunque, con le spalle finanziariamente meno larghe saranno costrette a chiudere o a vendere. L’attivismo dei fondi d’investimento è aumentato in maniera esponenziale anche nei confronti di società di piccole dimensioni da comprare e accorpare sia in filiera verticale sia fondendole con i concorrenti diretti. Il nostro lavoro è strettamente collegato all’andamento dei nostri clienti e le aziende che utilizzano i nostri servizi sono di medio/grandi dimensioni. Il sentiment generale non è molto orientato a nuove assunzioni per ruoli strategici, mentre sono necessarie figure per l’operatività, la digitalizzazione e la gestione dei repentini cambiamenti di direzione».

Master e corsi dedicati alla finanza del futuro

Si rafforza l’impegno di Piteco nella formazione. La software house italiana di soluzioni gestionali per la tesoreria aziendale e la pianificazione finanziaria è nuovamente al fianco dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia per formare, grazie alla seconda edizione master di l livello in Treasury and financial management. «Nell’attuale contesto economico, la figura del treasury manager sta assumendo un ruolo sempre più strategico nella gestione finanziaria di aziende di qualunque dimensione che si trovano a dover gestire gli impatti che fenomeni esogeni imprimono sul mercato. Ma per avere questa capacità non si può prescindere da competenze e tecnologie che insieme possono davvero contribuire a far fronte a momenti complessi. Questa la ragione per la quale siamo particolarmente orgogliosi di portare in aula il nostro “saper fare” al fianco di Unimore, eccellenza nel panorama italiano che tra le prime ha riconosciuto il ruolo chiave della tesoreria», ha commentato Paolo Virenti, ceo di Piteco. I professionisti di Piteco, con questo preciso obiettivo e grazie all’esperienza maturata in oltre 40 anni di attività dedicati alla realizzazione di progetti per le più importanti aziende italiane e internazionali, contribuiranno a formare i tesorieri attraverso l’impiego di alcune delle soluzioni software sviluppate per la pianificazione finanziaria e la gestione della tesoreria. Infatti, agli studenti del Master verrà data anche l’importante opportunità di unire alla teoria la pratica grazie ad applicazioni “sul campo” all’interno di ambienti virtuali messi a disposizione dell’azienda che simulano diversi possibili scenari aziendali e le relative operazioni di tesoreria e finanza. Per maggiori informazioni: https://www.pitecolab.it/.

Al via la terza edizione del master Aipb post-universitario in Private banking & Wealth management, rivolto a giovani neolaureati e laureandi meritevoli per una nuova generazione di professionisti dell’industria del private banking, capaci di accompagnare i processi decisionali delle famiglie coniugando competenze tecniche con flessibilità, visione ed empatia. Le candidature saranno aperte fino al 31 gennaio 2023. Il master durerà dal 1° marzo al 26 maggio e prevede tre mesi di formazione con oltre 300 ore di didattica virtuale ed in aula. Il master è riservato a un massimo di 35 studenti. Per iscriversi è necessario essere nati dopo il 1995 compreso, essere in possesso, entro il 1° marzo 2023, di una laurea magistrale in economia, ingegneria gestionale, scienze statistiche o giurisprudenza conseguita presso un’Università italiana con voto minimo di laurea 99/110 o aver completato tutti gli esami (con tolleranza di un esame arretrato), con una votazione media che assicuri un voto minimo finale pari a 99/110. Si richiede inoltre la conoscenza dell’inglese di livello equivalente o superiore al B1 delle certificazioni internazionali. Il corso, della durata complessiva di nove mesi, prevede una prima parte di didattica in aula, prevalentemente virtuale, di 312 ore, dal 1° marzo 2023 al 26 maggio 2023, seguita da uno stage garantito e remunerato di sei mesi a partire dal 5 giugno 2023, presso istituti finanziari.. Per informazioni: segreteria.master@aipb.com; www.master.aipb.it; +39 0245381706.











© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: