mercoledì 25 ottobre 2017
Le piccole e medie imprese che utilizzano strumenti innovativi e si rapportano con l’estero sono più positive sulle proprie prospettive future e più propense a creare posti di lavoro
Così le pmi crescono con il digitale
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Nel mondo, le piccole e medie imprese che utilizzano strumenti digitali e si rapportano con l’estero sono più positive sulle proprie prospettive future e più propense a creare posti di lavoro. Questo è quanto emerge dall’ultimo aggiornamento della Future of Business Survey, l’indagine mensile nata a febbraio 2016 dalla collaborazione tra Facebook, l’Ocse e la Banca Mondiale, che fornisce una panoramica sugli scenari economici attuali e futuri. Il nuovo rapporto, che ha coinvolto oltre 49mila pmi nel mondo, approfondisce, in particolare, la correlazione fra la crescita delle aziende, l’utilizzo di strumenti digitali e la capacità di commerciare con l’estero. Anche in Italia, dalle risposte raccolte tra le pmi coinvolte, si evince che esiste effettivamente un rapporto molto stretto fra questi fattori. In primo luogo, quelle che hanno rapporti con l’estero sono più sicure nel condurre le proprie attività di business e positive verso le prospettive di crescita. In secondo luogo, per le pmi che esportano, il commercio internazionale è il fulcro dei propri modelli di business e di successo. Infatti, tra gli esportatori, il 36% riporta che più del 25% delle loro entrate deriva dal commercio internazionale. Quasi la metà delle aziende esportatrici (44%) ha dichiarato che più del 75% delle loro vendite internazionali dipende dagli strumenti on line. Gli esportatori riconoscono quindi che gli strumenti online contribuiscono al loro successo nel commercio internazionale. È stato, infatti, chiesto come l’utilizzo di strumenti on line per vendere a livello internazionale influenzasse le loro attività in quattro aree: entrate e vendite, espansione delle loro attività (per esempio l'apertura di un altro negozio); investimenti (per esempio in attrezzature e beni durevoli); nuove assunzioni. In particolare, le pmi italiane utilizzano gli strumenti online per quattro motivi principali: per far pubblicità verso nuovi potenziali nuovi clienti (78%), per mostrare i prodotti e servizi (78%), per dare informazioni (69%) e per comunicare con i propri clienti e fornitori (56%).

«Le piccole imprese sono la spina dorsale della nostra economia, portando crescita economica e lavoro - spiega
Marco Grossi, senior manager di Facebook Italia -. L’87% degli italiani presenti su Facebook ha almeno una connessione con una pmi italiana e 143 milioni di persone nel mondo sono connesse con un’azienda in Italia tramite Facebook, quindi possiamo affermare che grazie all’utilizzo di Facebook e Instagram le imprese hanno effettivamente la possibilità di incrementare la propria crescita e lo sviluppo internazionale. Il 44% delle pmi italiane che commerciano con l’estero afferma infatti che più del 75% delle loro vendite internazionali dipende dagli strumenti online e il 55% concorda che l'utilizzo di strumenti online per la vendita a livello internazionale ha aumentato i loro ricavi. È evidente quanto il digitale possa fare la differenza».

Le pmi italiane riflettono gli andamenti globali: le aziende a livello globale intervistate che commerciano a livello internazionale e hanno una presenza digitale sono più sicure di sé, positive sullo state attuale e futuro, tanto da essere più propense a creare occupazione e investire sul futuro. Da quanto emerge dalla ricerca, nel mondo, per le aziende che esportano, il commercio con l’estero è al centro dei loro modelli di business e di successo, tanto che il 36% afferma che più del 25% delle loro entrate deriva dal commercio internazionale. Il commercio con l’estero resta, comunque, una grande sfida: si affidano così a strumenti online per gli scambi commerciali a livello internazionale, e attribuiscono la crescita - in ricavi, risorse e dipendenti – al loro utilizzo.

«Il
Future of Business Survey - sottolinea Laura Bononcini, Head of Public Policy Facebook Italia - può essere un valido strumenti per informare i policymaker sull’attuale situazione economica e sulle priorità espresse dalle aziende nonché per sostenere il dibattito sul tema. Non è sempre facile interpretare l’impatto che il digitale ha avuto sull’economia moderna, ed è per questo che troviamo particolarmente interessante la possibilità di avere dati che possano supportare le scelte pubbliche sul tema. Per esempio, si è spesso convinti che la tecnologia sia dannosa per alcune tipologie di professioni e siamo portati a sottostimare la capacità dell’innovazione tecnologica di creare nuove e imprevedibili opportunità di crescita. Pensando a Facebook, nessuno avrebbe potuto prevedere che un social network universitario sarebbe potuto diventare uno strumento tanto importante per il business e la crescita di milioni di pmi in tutto il mondo. In particolare, come dimostrato da un recente studio sulle pmi italiane che sono sulla piattaforma, un'azienda su tre afferma di aver assunto più persone grazie all’aumento di domanda derivante dalla loro presenza digitale. Il dato è inoltre confermato dal fatto che il 70% delle imprese sostiene di avere aumentato il numero di clienti grazie a un utilizzo strategico di Facebook».

A Roma - oltre a presentare l'indagine - sono state invitate anche otto aziende che hanno ottenuto discreti risultati con l'utilizzo del digitale. Una di queste è Velasca, fondata nel 2013 da
Enrico Casati e Jacopo Sebastio. Vende scarpe fatte a mano, utilizza artigiani locali per produrre questi prodotti d’eccellenza e ha ampliato la sua attività anche nelle Marche per la produzione di portafogli, in Toscana per le cinture e in Veneto per gli accessori per le calzature. «Le scarpe che offriamo sia on line che su punto vendita - conclude Casati, un passato in banca e diverse esperienze all'estero prima di diventare imprenditore - sono cucite a mano secondo la tradizione centenaria tipica dell'arte manifatturiera italiana. Utilizziamo solo maestranze d’eccellenza. Puntiamo su qualità e filiera corta e abbiamo iniziato a esportare all’estero, offrendo l’unicità del prodotto made in Italy al 100%. Grazie a Facebook abbiamo osservato come il 30% degli ordini arrivi dall’estero. In poco tempo abbiamo visto grandi risultati, raggiungendo i 15 dipendenti e i tre milioni di euro di fatturato quest'anno. Abbiamo poi aperto anche punti vendita».

Nell'economia globale digitalizzata, superare le sfide per l'esportazione è quindi un fattore chiave per il successo aziendale e gli strumenti on line sono i principali facilitatori. L'uso di strumenti on line esteso alle aree aziendali rilevanti (per esempio gestione contrattuale, gestione della conformità, pagamenti) dà la possibilità di semplificare i processi aziendali, accedere a nuovi mercati e clienti e aiutare le imprese a crescere.






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