mercoledì 28 giugno 2017
Tra posti di lavoro creati e salvati, chiudono gli anni della recessione con un saldo positivo del 6,1%, pari a oltre 100mila persone occupate
I lavori assembleari dell'Alleanza delle Cooperative Italiane

I lavori assembleari dell'Alleanza delle Cooperative Italiane

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«Un Paese dove 12,2 milioni di persone rinunciano a curarsi, 4,5 milioni vivono in povertà assoluta e la disoccupazione giovanile oscilla sulla soglia del 40% è un Paese che ha bisogno di cooperazione. Le cooperative, tra posti di lavoro creati e salvati, chiudono gli anni della crisi con un saldo positivo del 6,1%, pari a oltre 100mila persone occupate dall’inizio della crisi a oggi. Nessuno ha fatto meglio». Lo dice Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, aprendo i lavori assembleari.

In un messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Giornata Internazionale delle Cooperative, che quest’anno è dedicata all’inclusione, il capo dello Stato ricorda le grandi sfide che abbiamo di fronte: «Dalla trasformazione tecnologica ai cambiamenti climatici, ponendo al centro la persona, la tutela del lavoro e dell’ambiente, il rafforzamento della coesione delle comunità e dei territori, con particolare impegno per quelli più emarginati e fragili». Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, riconosce che le cooperative, «mettendo al centro dei loro interessi la persona con i suoi bisogni e il territorio, e impegnandosi verso modelli di produzione e consumo orientati al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, con le loro poliedriche attività rappresentano un importante punto di forza della nostra economia».


«A oltre 160 anni dalla loro nascita le cooperative - spiega Gardini - sopravvissute anche allo scioglimento imposto durante il Ventennio fascista, sono una formula imprenditoriale attuale e insostituibile per la loro capacità di intercettare bisogni e offrire risposte: nel welfare, nella sanità, nel credito, nei servizi, nell’agroalimentare, nel consumo, nella vendita al dettaglio, nell’abitazione. Nel nostro Paese danno lavoro a 1,3 milioni di persone, di cui il 58% donna, in Europa a 5,4 milioni, nel mondo a oltre 250 milioni».

«In Italia - continua il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane - sono sussidiarie al pubblico, arrivano dove lo Stato si ritira e il privato neanche si cimenta per la scarsa redditività. Con le cooperative di comunità ridanno vita a centri marginali dell’Appennino che sarebbero condannati allo spopolamento. Con i workers buy out sono oltre 14mila i dipendenti che hanno rilevato le loro ex aziende per trasformarle in cooperative, con un costo medio di 13mila euro per lavoratore. Un caso unico nelle politiche del lavoro che spesso costano tanto alla collettività, ma, vedi la cassa integrazione, non producono ritorni benefici in termini di produttività, di occupazione, di gettito fiscale e previdenziale».

Per Enrico Giovanni, presidente di Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), «il modello cooperativo ha dimostrato di essere superiore a quello competitivo». «Tuttavia – conclude l’ex ministro del Lavoro – l’Italia sembra un Paese smarrito, che non ha la forza di puntare a politiche che sostengano con decisione lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi dettati dall’Agenda Onu, tra cui l’economia circolare, il capitale umano e quello naturale, la qualità dell’ambiente e la cooperazione internazionale».





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