venerdì 27 marzo 2020
La richiesta giunge da tutte le associazioni del settore. I crediti insoluti potrebbero fermare i tir
Coordinamento, parola d'ordine per le merci
COMMENTA E CONDIVIDI

Gli allarmi della logistica si ripetono. L'ultimo lo lancia Assologistica che dice basta al proliferare di disposizioni e chiede un maggiore coordinamento. Il presidente Andrea Gentile invoca una specie di regia per limitare gli interventi normativi: "La cura altalenante -afferma - è con eccesso di interventi con cui viene affrontata l'emergenza rischia di mandare ancora più in tilt il sistema". Invitando ad abbandonare la "logica del campanile", Gentile chiede "Una sorta di coordinamento che dia continuità ed uniformità".

Intanto ecco un altro grido d'allarme. Con 1,5 miliardi di crediti insoluti e con controparti che non pagano il trasporto e, con l’emergenza, rinviano ulteriormente nel tempo, il saldo di fatture che avrebbero dovuto essere coperte ben prima dell’esplosione del Covid-19, almeno metà delle imprese italiane di autotrasporto rischia di chiudere in tempi brevissimi. Lo dichiara, come riporta l'agenzia FerPress, Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito: “Le difficoltà operative - spiega - in cui si trovano le imprese di autotrasporto sono nulla in confronto allo tsunami finanziario che si sta per abbattere sul settore messo in ginocchio, come più volte denunciato, dall’assenza di norme relative al pagamento differito delle prestazioni di trasporto su strada e quindi dalla totale assenza di certezze circa il pagamento dei crediti maturati”. “Mentre in Francia i committenti che non pagano, o lo fanno in ritardo, i corrispettivi di autotrasporto sono soggetti a norme penali, troppo spesso in Italia si ordinano i trasporti e poi, con la scusa del Durc, del concordato e ora del Coronavirus, non si pagano le fatture o se ne ritarda sine die il saldo e per l’impresa di autotrasporto ciò ha un solo significato: fallimento”. Infatti, prosegue il segretario, “Negli ultimi 20 giorni le nostre imprese hanno ricevuto migliaia di comunicazioni con la richiesta di ulteriore differimento dei tempi di pagamento, anche di fatture già scadute prima dell’emergenza. A questo blackout finanziario si sommano le complicazioni determinate da uffici amministrativi che non operano, attività produttive chiuse o fatte chiudere, da disposizioni normative inceppate o monche, da costi del lavoro che scorrono nell’improduttività totale o parziale, e dall’assoluta imprevedibilità del futuro”. Con eccezione di circa il 2% delle imprese di autotrasporto, impegnate nella distribuzione di alimentari e farmaceutici, a corto raggio, la restante parte del settore non sarà in grado di sopportare l’esorbitante carenza di liquidità, e non saranno le misure individuate a impedire che l’1,5 miliardi di insoluti stimati, affondi almeno la metà delle attuali imprese. Di qui la richiesta di "chiare misure normative di tutela nel mercato e per il mercato dell’autotrasporto”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: