mercoledì 4 dicembre 2019
È quanto emerge dal quinto rapporto Ocsel (Osservatorio contrattazione di secondo livello) curato e presentato dalla Cisl
Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl

Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl

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La contrattazione di secondo livello si sviluppa in particolare nel settore metalmeccanico, dove si registra il 31% degli accordi negoziati tra il 2017-18, commercio (10%), servizi (13%) e trasporti (11%). Ma resta un
deciso squilibrio territoriale che vede la contrattazione aziendale diffusa nel Nord (55% del totale) e nel Centro (20%), mentre scarsa è la diffusione nel Sud del Paese (2%). È quanto emerge dal quinto rapporto Ocsel (Osservatorio contrattazione di secondo livello) curato e presentato dalla Cisl, che raccoglie e analizza 2.182 accordi aziendali negoziati negli anni 2017 e 2018 (di cui 1.236 per il primo anno e 946 nel secondo) in 1.363 aziende che occupano 928.260 lavoratori. Il valore del premio di risultato per lavoratore supera mediamente una mensilità (1.534,38 euro pro capite).

«La contrattazione aziendale, per sviluppare tutte le sue potenzialità, ha bisogno di sostegno, sia di natura fiscale che di normativa di legge non invasiva, valore erga omnes dei contratti, sostegno alla conclusione della misurazione della rappresentanza, sostegno alla partecipazione», commenta il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. La fotografia dell'Osservatorio, aggiunge, «evidenzia l'importanza di una contrattazione aziendale sempre più plurale e innovativa, un motore di crescita sostenuta, ben distribuita,
partecipata, capace di elevare il benessere della persona, di rafforzare la qualità del lavoro e di incrementare performance e competitività d'impresa».

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