lunedì 9 agosto 2021
Grazie al rialzo delle quotazioni la saudita Aramco ha fatto 25 miliardi di utili in soli 3 mesi, ottimi anche i conti di Exxon, Shell ed Eni. E per il 2022 ci si aspetta un'ulteriore crescita
Piattaforme petrolifere di Aramco nel giacimento di Hasbah, nel Golfo Persico

Piattaforme petrolifere di Aramco nel giacimento di Hasbah, nel Golfo Persico - Aramco

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Fin qui è stato un ottimo 2021 per i conti delle grandi compagnie petrolifere, che hanno approfittato del rialzo del prezzo del petrolio, risalito dai 40 dollari al barile del 2020 ai quasi 75 dollari dell’inizio dell’estate (ora si sono assestate un po’ più in basso, attorno ai 65 dollari al barile).
Il gigante di Stato saudita Saudi Aramco, la più grande compagnia del settore e una delle più grandi aziende del mondo, ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con 25,5 miliardi di euro di utili, un aumento del 288% rispetto ad un anno fa, e distribuirà 18,8 miliardi di dollari di utili agli azionisti. Nell’intero primo semestre gli utili di Saudi Aramco sono ammontati a 47,2 miliardi, in aumento del 103%.
Il gruppo americano Exxon ha chiuso il secondo trimestre con 4,7 miliardi di utili, contro gli 1,1 miliardi di perdita di un anno fa; l’olandese Shell ha fatto 5,5 miliardi di utili (il risultato migliore da oltre 2 anni) contro i 638 milioni di un anno fa; l’italiana Eni ha fatto un utile operativo adjusted di 2 miliardi di euro, anche in questo caso in netto miglioramento rispetto alla perdita di 400 milioni del secondo trimestre 2020.

Il ceo di Aramco, Amin Nasser, ha detto che la domanda globale di petrolio dovrebbe raggiungere i 99 milioni di barili alla fine del 2021 e superare i 100 milioni di barili nel 2022.



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