giovedì 7 febbraio 2019
Per Umana «la flessibilità non morirà alle Idi di marzo». Mentre due pmi d'eccellenza presentano il progetto Act: le nuove tecnologie interattive per la nuova formazione
Così il mercato del lavoro reagisce alle riforme
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«Abbiamo schivato il colpo, e lo abbiamo fatto muovendoci velocemente, reagendo, sia attraverso la contrattazione, sia attivando una programmazione serrata e strategica di strumenti di valore, lavorando sulla formazione, sulle politiche attive per il lavoro, sullo staff leasing, costruendo connessioni e circoli virtuosi». Per Giuseppe Venier, amministratore delegato di Umana, dunque, La flessibilità non morirà alle Idi di marzo. Era questo il titolo, volutamente provocatorio, del principale dibattito organizzato da Umana che si è svolto oggi nell’ambito di Connext, il primo evento nazionale di partenariato industriale organizzato da Confindustria al Mico di Milano - che proseguirà anche domani, 8 febbraio – che aveva l’obiettivo di affrontare un tema delicato che sta percorrendo trasversalmente tutta l’industria italiana dopo le recenti normative introdotte dal governo sull’acceso al mondo del lavoro.

Per il settore dei servizi al lavoro la fine di marzo rappresenta, infatti, il tradizionale appuntamento della scadenza dei contratti a termine o in somministrazione e rappresenterà, di fatto, il banco di prova per tracciare il primo, vero bilancio previsionale sugli impatti della manovra sul mercato del lavoro. Il grande rischio che andava scongiurato – ecco il rimando classico all’omicidio di Giulio Cesare - era che la flessibilità, strumento oramai imprescindibilmente legato alle dinamiche di crescita nelle aziende italiane, venisse sacrificata sotto i colpi degli interventi restrittivi previsti.

L’incontro, realizzato in collaborazione con l’Area Lavoro e Welfare di Confindustria e moderato da Alberto Orioli, vicedirettore de Il Sole 24 Ore, è stato avviato da Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, e ha visto la partecipazione di Pierangelo Albini, direttore Area Lavoro e Welfare Confindustria; Massimo Marchetti, responsabile Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Confindustria, Roberto Benaglia del dipartimento Mercato del Lavoro Cisl nazionale e Giuseppe Venier, amministratore delegato di Umana.

«Il decreto – ha aggiunto Venier – ci ha costretto a pensare, a ricercare insieme alle aziende delle soluzioni che consentano di bypassare le rigidità delle nuove disposizioni. Penso allo staff leasing e all’apprendistato, strumenti che funzionano perché tengono insieme le esigenze delle aziende dando continuità al loro patrimonio umano. E penso anche che le assunzioni a tempo indeterminato da parte della Agenzie come Umana potrebbero rientrare, per una quota frizionale del mercato, fra le buone prassi delle politiche attive del lavoro. Il Decreto ha rilanciato il valore della contrattazione collettiva. L’abbiamo visto con il rinnovo del nostro contratto di settore che ha liberato risorse per dare continuità ai nostri lavoratori a tempo indeterminato e attraverso i numerosi accordi di secondo livello che stiamo costruendo sui territori».


Nella due giorni milanese, nello spazio Umana, si svilupperanno 12 workshop tematici nei quali si affronteranno nello specifico i diversi servizi a disposizione delle aziende.

Intanto Protom e Gruppo Ebano presentano insieme il progetto Act – Active Customized Training, un’idea nuova di formazione: una sfida lanciata dall’avvento della Digital Transformation. Il progetto Act punta a capitalizzare l’esperienza e le competenze di Protom e Gruppo Ebano, trasformandole in una proposta formativa continua, che trova il proprio punto di forza nella flessibilità e nella capacità di accompagnare l’utente dall’acquisizione delle competenze e conoscenze di base, fino alla qualificazione di tali competenze, attraverso attività propedeutiche al momento delle “operation” nello scenario lavorativo vero e proprio. Il punto di forza è l’utilizzo della Realtà Virtuale ed Aumentata che attiva la componente esperienziale, immergendo l’utente in una dimensione interattiva. Valorizzando una cultura formativa che introduce l’innovazione dove e quando serve, con modalità di interazioni “naturali”. Il vantaggio sono tempi di apprendimento ridotti e una maggior efficacia dei contenuti appresi.

In particolare, la proposta progettuale muoverà dai percorsi di e-learning e social learning, che costituiscono il core delle attività di Gruppo Ebano, sfruttando le potenzialità di una piattaforma consolidata come quella sviluppata dal “modello integrato Cef”.

«Mai come in questo momento – spiega Carlo Robiglio, presidente di Gruppo Ebano – la formazione è il fattore competitivo che determina il successo di un business. Le aziende manifestano un forte bisogno di formazione, soprattutto continua, che sappia andare incontro alle nuove logiche legate ai processi di dematerializzazione e flessibilità. È fondamentale offrire la possibilità di formarsi da casa, nelle modalità e nei tempi che sono più opportuni in base alle necessità di ciascuno. Con Protom abbiamo trovato la sinergia perfetta per progettare e realizzare soluzioni ‘custom’, che soddisfino anche le esigenze formative più specifiche, aumentando l’efficacia del processo di sviluppo delle risorse umane attraverso le soluzioni di Virtual & Augmented Reality».

«La mission di Protom – fa eco Fabio De Felice, fondatore di Protom – è creare un ponte tra la tecnologia e le esigenze concrete delle Aziende e delle persone. La sperimentazione formativa è lo strumento che ci permetterà, così come il nuovo paradigma culturale e tecnologico ci impone, di acquisire know-how in maniera rapida, efficace e proattiva. La sinergia tra l’e-learning e le Interactive Technologies è, a mio avviso, una carta vincente per vincere questa sfida. In un mondo in cui l’unica costante è la continua trasformazione, nuovi modelli organizzativi, nuove tecnologie, nuove competenze sono richieste alle aziende per essere competitive. Oggi nell’epoca della Quarta Rivoluzione Industriale, questo ponte poggia sulla capacità di nutrire il talento e costruire le competenze che popoleranno il mondo del lavoro del futuro. In questa logica la scelta di Fondimpresa di puntare sul digitale apre scenari interessanti per tutto il settore della formazione e degli stessi fondi interprofessionali».


«Mentre il mondo diventa sempre più disintermediato e iperconnesso- concludono Robiglio e De Felice- la natura del lavoro si trasforma, facendo aumentare esponenzialmente il valore degli asset legati alla rapida ed efficace acquisizione delle competenze, nonché dei fattori e delle tecnologie abilitanti questi processi. In un inaspettato ritorno al passato, la formazione si allontana dalle aule, diventando learning-by-doing: si apprende facendo, condividendo, collaborando all’interno di spazi fisici o, molto di frequente, virtuali.
Un concept come Act integra il tradizionale approccio della piattaforme di e-learning con le cutting –edge technologies, generando una proposta che si caratterizza per la capacità di restituire all’utente un ruolo attivo nei processi formativi, slegandolo dalla logica della lezione frontale; al contempo l’approccio disegnato da Act fa emergere la possibilità di disegnare il percorso formativo sulle specifiche esigenze dell’utente, sia in termini di contenuti sia in termini di modalità di fruizione».




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