martedì 17 aprile 2018
Debellare il fenomeno del dumping, introdurre l'indennità di professionalizzazione e lo status di lavoratore in uscita, assicurare la protezione al momento della scelta del sindacato
Ecco le proposte sulla contrattazione
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Debellare il fenomeno del dumping, introdurre l'indennità di professionalizzazione, ma anche lo status di lavoratore in uscita e assicurare la protezione del lavoratore al momento della scelta del sindacato. Queste sono alcune delle proposte che la Confsal ha presentato a Roma presso il "parlamentino" di Villa Lubin sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, nell'ambito del convegno Relazioni industriali, rappresentatività e linee guida per lacontrattazione collettiva.

La Confsal ha deciso di sottoporre le sue proposte all'analisi di esperti del settore e di docenti universitari. Presenti tra i relatori, oltre al segretario generale Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, Lorenzo Bordogna, professore di Sociologia del lavoro all'Università Statale di Milano, Mimmo Carrieri, professore di
Sociologia economica e del lavoro all'università La Sapienza di Roma, Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, Pietro De Biasi, responsabile area Lavoro e Welfare di Fca group, Roberto Di Maulo, vicepresidente Cesi, Massimo Marchetti, area Lavoro e Welfare di Confindustria, Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro, e Tiziano Treu, presidente del Cnel.

«La Confsal ha evidenziato un problema - ha dichiarato Treu -
che anche noi abbiamo sottolineato, c'è bisogno di regole più chiare e condivise per produrre dei contratti che siano di qualità. Noi abbiamo una situazione del lavoro che è difficile, sia perchè c'è tanta disoccupazione giovanile, sia perché anche chi ha un'occupazione ha un salario basso. Ci sono dei contratti che creano dumping, delle condizioni inaccettabili, è per questo che ci dobbiamo impegnare per fare un'operazione di pulizia lasciando solo contratti di qualità».

Obiettivi principali del lavoro svolto da Confsal sono:
debellare il fenomeno del dumping contrattuale e ridurre drasticamente la pletora di contratti collettivi nazionali. In questa ottica serve una razionalizzazione e un'armonizzazione delle linee guida per la contrattazione collettiva caratterizzata da standard elevati, con una articolazione flessibile e non subordinata tra il primo e il secondo livello e con un accento forte sulla formazione di tutti i lavoratori e sulle politiche attive dei giovani. Servono contratti di qualità e un'alta qualità della contrattazione. Per quanto riguarda la rappresentatività va fatto un passo verso una maggiore chiarezza e trasparenza sulle deleghe sindacali. Per questo la Confsal propone un meccanismo per cui, da una parte si protegge la privacy del lavoratore, ma al contempo si forniscono i dati sulla rappresentanza in tempo reale. Istituire un'agenzia indipendente per la raccolta delle deleghe sindacali al fine di avere una misurazione in tempo reale della rappresentatività tutelando, al tempo stesso, la privacy del lavoratore.

Secondo
Margiotta, «è nella qualità dei contratti che va cercata la risposta al dumping. Essa non può discendere dalla rappresentatività sindacale, ma dalla capacità di far incontrare le esigenze del lavoratore con quelle dell'azienda. Qualità della contrattazione e pluralismo della rappresentanza sindacale devono procedere di pari passo».

Tra le proposte della Confsal, l'introduzione, oltre alla già esistente retribuzione di risultato, di una specifica e obbligatoria indennità di professionalizzazione che si fonda sulle competenze professionali del lavoratore e sul loro riconoscimento. Da qui il valore strategico della formazione acquisita nella pratica e nei percorsi formativi e certificati. La Confsal ribadirà con forza le sue proposte anche in piazza del Plebiscito a Napoli l'1 maggio.

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