giovedì 21 giugno 2012
​«Senza occupazione e crescita, rigore insostenibile». Così il presidente di Confcommercio Sangalli. E sul fisco: «Iva Caporetto di famiglie e imprese».
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​Balzo all'indietro di quasi 15 anni per i consumi delle famiglie italiane, che tornano ai livelli del 1998. Lo afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che parla di "effetti recessivi pesanti. L'Italia è più povera". Per le manovre correttive, dice, il Pil procapite nel 2012 torna ai livelli del 1999."Se non si rimettono in moto crescita e occupazione, la medicina del rigore diviene insostenibile".  Per questo - dice Sangalli parlando all'assemblea annuale dell'organizzazione - in Europa il governo deve porre "con determinazione e urgenza la questione della inderogabile e tempestiva integrazione tra le ragioni della disciplina fiscale e di bilancio e le ragioni della crescita e dell'occupazione". Servono fatti - dice - basta tentennamenti.Pesa come un macigno, tanto sulla congiuntura quanto sulla prospettive di medio termine, l'impatto delle manovre correttive di finanza pubblica, rafforzate dalla manovra 'salva-Italia''. In più, la recessione riduce la domanda di credito e ne irrigidisce l'accesso. "Il credito ci sarà pure ma è con il contagocce - dice - E le gocce sono insufficienti a bagnare il terreno della crescita, divenuto troppo arido.IVA CAPORETTO FAMIGLIE E IMPRESEL'aumento dell'Iva insieme al "carico da 90" di accise e fiscalità energetica, sarebbero "la Caporetto di famiglie e imprese". Tra il 2011 e il 2014, gli aumenti Iva "rischiano di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi", ha detto Sangalli all'assemblea annuale. Rigore contro evasione fiscale che sottrae cifre da brivido (120-150 miliardi l'anno), ma Sangalli non ci sta alla logica del "bollino blu o delle liste nere". "Netti contro chi non batte lo scontrino, respingiamo però la suggestione strisciante dei commercianti, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori tutti evasori e soltanto loro evasori" dice all' assemblea annuale. "Non rivendichiamo prerogative di virtù e non accettiamo l'esclusività dello stigma del vizio". 
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