martedì 3 aprile 2012
​"La restrizione finanziaria In Italia è resa più grave dall'allungamento dei tempi di pagamento sia del settore pubblico si tra imprese". È quanto ha sottolineato il direttore Area Fisco, Finanza e Welfare di Confindustria, Elio Schettino, davanti alla Commissione Industria del Senato.
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"La restrizione finanziaria In Italia è resa più grave dall'allungamento dei tempi di pagamento sia del settore pubblico si tra imprese". È quanto ha sottolineato il direttore Area Fisco, Finanza e Welfare di Confindustria, Elio Schettino, davanti alla commissione Industria del Senato nel corso di un'audizione sul dl integrativo liberalizzazioni e consolidamento conti pubblici che comprende anche le norme sulle commissioni bancarie.  I dati più recenti, ha ricordato Schettino, "indicano che i prestiti alle imprese in Italia sono in calo. A gennaio si sono ridotti dello 0,1% dopo il -1% di dicembre (pari a 20 miliardi in meno di crediti erogati) e il -0,2% di novembre (dati destagionalizztai). Il tasso di crescita annuo si attesta al +1% (dal 5,8% di ottobre 2011)".A tale contrazione, ha proseguito, "si aggiunge un elevato livello del costo del credito". Il direttore dell'area Fisco di Confindustria ha quindi ricordato che "per ottenere un pagamento dalla pubblica amministrazione dalla p.a le aziende italiane hanno atteso 180 giorni nel 2011 (128 nel 2009) sottolineando che "in altre economie avviene il contrario": in Francia si parla di 64 giorni (da 70) e in Germania di 35 (da 40)."Il perdurare di questa situazione - ha osservato Schettino - suscita forti preoccupazioni. La carenza di credito infatti è uno dei principali fattori di freno per le imprese italiane".
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