venerdì 1 aprile 2016
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Una vittoria sul filo di lana, una vittoria alla quale fa seguito il 'mugugno', una vittoria che crea, forse, un segnale di spaccatura che si cerca subito di mascherare e di cementare. Una giornata che possibilmente si auspicavano serena quelli di Confindustria. Invece l’esito del voto ha rannuvolato il cielo dell’associazione. Il voto era quello dell’elezione del designato, dal Consiglio generale, alla presidenza del nuovo numero uno di viale dell’Astronomia, l’eletto alla fine è stato Vincenzo Boccia che ha superato Alberto Vacchi. Il perché dei mugugni e della supposta spaccatura è presto spiegato dai numeri: su 192 votanti – 198 gli aventi diritto – all’imprenditore salernitano sono andate 100 preferenze, al concorrente bolognese 91. Il voto mancante è stata una scheda bianca. Così si spiega la necessità immediata di Boccia di precisare: «La complessità che abbiamo di fronte non ci consente il lusso di litigare al nostro interno. Questa Confindustria riuscirà invece a costruire un percorso di continuità e cambiamento». Naturalmente Boccia non ha mancato di concedere l’onore delle armi allo 'sconfitto' al quale ha riconosciuto «il grande fair play dimostrato in campagna elettorale ». Ma in attesa dell’assemblea generale del 25 maggio che lo nominerà ufficialmente già il 28 aprile Boccia presenterà e dovrà farsi approvare, dallo stesso consiglio generale che ieri l’ha eletto, la sua squadra di governo. Invece del consiglio di presidenza, rimodulato dalla riforma Pesenti cui lo stesso Boccia ha lavorato, faranno sicuramente parte Alberto Baban, a capo della Piccola industria e Marco Gay, a capo dei Giovani. Spetterà invece al neopresidente nominare il terzo vicepresidente di diritto. E comunque ha sottolineato il concetto di apertura «di una nuova stagione di corresponsabilità e impegno » ricordando che sino a quella data Giorgio Squinzi resterà presidente. Da parte sua lo 'sconfitto' Vacchi ha affermato di accettare «la scelta serenamente » facendo «i migliori auguri per una Confindustria che ha bisogno di rinnovamento ». Il presidente, sino al 25 maggio appunto, Squinzi ha commentato che «è stata una grande prova di democrazia, con una esito incerto fino all’ultimo, ma alla fine ha vinto la democrazia». E mentre da ora in poi l’Ad di Agb dovrà concentrarsi sugli otto punti chiave individuati per rilanciare non solo Confindustria ma la competitività produttiva dell’Italia, i commenti istituzionali appaiono contrastati, così il presidente di Federmeccanica, Fabio Storichi ha dichiarato che «Come previsto c’è stato un testa a testa, viva Boccia che sarà presidente di tutti» mentre il presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo si è detto dispiaciuto della spaccatura e che «si è persa un’occasione unica di vero cambiamento ». «Ha grande esperienza e sensibilità e sono certo sarà un ottimo presidente di Confindustria. Farà molto bene» ha sottolineato il vicepresidente della Piaggio Matteo Colaninno. Facendo gli auguri al nuovo presidente il segretario della Cisl Annamaria Furlan lo ha invitato «a mettere in agenda come priorità l’apertura del confronto con Cgil, Cisl e Uil sul nuovo modello contrattuale». L’auspicio è che la sua presidenza possa nascere nel segno del dialogo tra le parti sociali, anche per evitare interferenze» ha affermato Carmelo Barbagallo, leader della Uil. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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