venerdì 27 dicembre 2013
Per l'associazione degli industriali servono «la drastica riduzione del cuneo fiscale, il taglio strutturale della bolletta energetica, lo smaltimento completo dello stock di debiti accumulati dalla Pa nei confronti delle imprese».
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Se i timidi segnali di crescita che si iniziano ad osservare a fine 2013 verranno confermati, il vero pericolo è che si possa produrre nel 2014 una debole "ripresa senza occupazione", in cui i posti di lavoro creati non sono sufficienti a compensare quelli perduti per effetto della ristrutturazione in atto. È quanto sottolinea il "Check-up Mezzogiorno" pubblicato da Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno."Ciò rende urgente un cambio di passo nel generale orientamento delle politiche economiche del Paese e, in particolare, delle politiche di sviluppo per il Mezzogiorno - osserva Confindustria - da un lato è necessario intervenire con urgenza per realizzare alcune delle riforme strutturali: la drastica riduzione del cuneo fiscale, il taglio strutturale della bolletta energetica, lo smaltimento completo dello stock di debiti accumulati dalla P.A. nei confronti delle imprese".Dall'altro, con particolare riferimento al Mezzogiorno, è fondamentale il ruolo che possono svolgere le politiche di sviluppo, sia nel breve, sia nel lungo periodo: la loro azione è decisiva per una economia fortemente dipendente dall'azione pubblica come quella meridionale. In primo luogo, infatti, esse possono ridurre la polarizzazione tra imprese competitive e imprese in difficoltà, contribuendo a riaprire i rubinetti del credito, a favorire gli investimenti, a promuovere l'occupazione tramite una riduzione dei costi dei neo assunti, a sostenere l'internazionalizzazione delle imprese meridionali, sottolinea ancora il documento di Confindustria.In secondo luogo, possono immettere rapidamente nel circuito economico le risorse ingentissime che la politica di coesione, nazionale e comunitaria, ha accumulato fino a oggi, per ritardi di spesa, incapacità programmatorie e progettuali, vincoli di bilancio epeso del Patto di Stabilità interno. Sono circa 60 i miliardi di euro, tra risorse dei fondi strutturali 2007-13, del Piano d'Azione Coesione, del Fondo Sviluppo e Coesione, che potrebbero essere rapidamente trasformati, nel prossimo triennio, in investimenti pubblici e privati, e costituire un volano straordinario di crescita economica per il Sud. Senza contare le risorse, altrettanto cospicue, del ciclo di programmazione 2014-2020 che sta per aprirsi."È necessario intraprendere, soprattutto adesso - sottolinea ancora lo studio - una robusta accelerazione all'utilizzo delle risorse, imprimendo ad esse una forte impronta anticongiunturale che metta al centro l'impresa; solo così le regioni meridionali avranno buone possibilità di agganciare il treno della ripresa e di scongiurare, o almeno di contrastare efficacemente, il fantasma di una debole 'ripresa senza occupazione'. Proseguendo con stanziamenti virtuali e previsioni di spesa illusorie si condanna per lungo tempo il Mezzogiorno a una stagnazione con poche vie di uscita".
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