mercoledì 14 dicembre 2016
Per il Centro Studi dell'associazione degli industriali (nella foto la sede), Jobs act e incentivi contribuiscono a stabilizzare i posti di lavoro
Attesi 905mila occupati in più tra il 2013 e il 2018
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Occupazione in recupero: Confindustria attende 905mila posti di lavoro in più in cinque anni (tra l'ultimo trimestre del 2013 e la fine del 2018), ma il livello sarà ancora di 1,1 milioni di unità inferiori al massimo di inizio 2008. Nel biennio, si legge negli Scenari economici del Centro Studi, «l'occupazione (calcolata sulle Ula, unita di lavoro equivalenti a tempo pieno) continuerà a crescere di conserva al Pil, seppur con intensità lievemente inferiore. L'aumento, iniziato già nel 2014 (+0,2%), si è consolidato nel 2015 (+0,8%) e nel 2016 (+1,1%, che era già acquisito a metà anno). Il Csc stima che le Ula aumenteranno di un altro 0,6% nel 2017 e dello 0,7% nel 2018 e torneranno alla fine dell'orizzonte previsivo a 24,1 milioni, 905mila unità sopra la minimo di fine 2013, ma ancora un milione e 106mila unità sotto il livello pre-crisi».

Inoltre, secondo il Csc, il Jobs act spinge i contratti a tempo indeterminato grazie a decontribuzione e contratto a tutele crescenti: dell'aumento dell'occupazione dipendente registrato lo scorso anno (+287mila unità annue a dicembre 2015), circa l'84% è avvenuto con contratti a tempo indeterminato così come i quasi due terzi dei 220mila nuovi posti di lavoro creati nei primi nove mesi del 2016.

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