mercoledì 24 maggio 2017
Il presidente lancia la proposta di un "patto di scopo" per la crescita: l'Italia è ferma da vent'anni. Priorità dare lavoro ai giovani
Boccia: azzerare il cuneo fiscale per i giovani neo-assunti
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Vent'anni perduti di crescita con l'Italia che stenta a decollare: questo il messaggio forte del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all'assemblea annuale. "Dal 2000 a oggi il Pil italiano è rimasto invariato, contro il 27%della Spagna, il 21% della Germania, il 20% della Francia. Il reddito per abitante è ai livelli del 1998. Vent'anni perduti", ha ammesso il leader degli industriali. "Restiamo impigliati - ha spiegato - nelle nostre croniche carenze strutturali e il tessuto sociale e produttivo rimane fragile". L'Italia è tornata a crescere ma il divario con gli altri Paesi europei non è diminuito. Da qui la proposta di un "Patto di scopo" tra imprese, lavoratori, mondo della politica, banche e istituzioni finanziarie per accelerare la crescita. "Dobbiamo essere consapevoli di questa fase delicata della vita del Paese - spiega - abbiamo invertito la rotta, ma i divari aumentano: tra imprese, tra giovani e società, tra cittadini".

La priorità è dare lavoro ai giovani. "La poca occupazione giovanile è il nostro valore sprecato" e per questo motivo combatterla "vuol dire restituire il futuro ad una intera generazione, vuol dire ancorare la società italiana ai valori della democrazia e dello sviluppo" ha detto il presidente Boccia. Per combattere la disoccupazione soprattutto giovanile, Confindustria chiede l'azzeramento del cuneo fiscale sui neo assunti per tre anni. Una misura "non ordinaria, forte, diretta, percepibile" per stimolare il mercato del lavoro, concentrando le risorse disponibili e "sapendo fin d'ora che dopo dovremo ridurre il cuneo fiscale per tutti. Ma abbiamo il dovere morale, civile e politico di agire prima per le nuove generazioni".

Nel suo lungo intervento Boccia ha affrontato anche molti temi di attualità chiedendo garanzie per l'Ilva "a cinque anni dal suo inizio la vicenda dell'Ilva si avvia a conclusione: due cordate di altissimo livello e competenza si contendono oggi la più grande acciaieria europea", criticando le recenti misure in materia di Iva, previste dalla manovrina, definendole "inefficaci e pesanti dal punto di vista finanziario" e bocciando senza appello l'eventuale ritorno al sistema proporzionale per la legge elettorale. Una scelta che potrebbe rivelarsi "fatale" per l'Italia.

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