martedì 5 febbraio 2019
Due palazzi vicini in Via Torino, al civico 146 e al civico 153, ospitano tutti i dipendenti, le società di servizi e gli uffici di rappresentanza, per un totale di circa 150 collaboratori
Il palazzo di Confcooperative a Roma

Il palazzo di Confcooperative a Roma

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Confcooperative ha una nuova sede unitaria nazionale in centro a Roma, tra Santa Maria Maggiore e Piazza della Repubblica. Due palazzi vicini in Via Torino, al civico 146 e al civico 153, ospitano tutti i dipendenti, le società di servizi e gli uffici di rappresentanza, per un totale di circa 150 collaboratori.

Qualità architettonica, sostenibilità, innovazione, ottimizzazione dei costi e attenzione alle persone sono gli elementi distintivi del progetto del nuovo quartier generale di Confcooperative, che segna il compimento di un processo significativo avviato circa due anni fa e realizzato nei tempi stabiliti. L’iniziativa di rigenerazione e sviluppo immobiliare ha previsto sia la manutenzione straordinaria e la parziale redistribuzione degli spazi del Palazzo della Cooperazione, situato in via Torino 146, con la realizzazione della mensa e della palestra per offrire un maggiore benessere al personale; sia la riqualificazione dell’edificio in via Torino 153, il palazzo di fine Ottocento acquistato e ristrutturato (per un costo complessivo di 20 milioni di euro) grazie al progetto di It’s Architettura, a seguito della vendita della sede storica di Borgo Santo Spirito all’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica).

«Per la prima volta nella storia della nostra organizzazione, che quest’anno si appresta a tagliare il traguardo dei 100 anni - commenta Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - abbiamo tutti gli uffici in unico luogo. Con la centralizzazione dei diversi ambienti riduciamo i costi di gestione e il tempo che si impiega per gli spostamenti, liberando risorse da reinvestire in servizi per i nostri associati. Diamo di più alle cooperative senza chiedere di più alle associate. Oggi in via Torino c’è un distretto di know-how e servizi interamente dedicato alle 19mila cooperative aderenti. Tutti gli uffici centrali e i dipartimenti di Confcooperative, le Federazioni, il Credito Cooperativo e Assimoco, nostra compagnia assicurativa di bandiera e le società di servizi (Fondosviluppo, Icn, Node, Agrirete, Confcooper) sono ospitati nei due edifici con ingresso al 146 e al 153 di via Torino. A pochi minuti dalla Stazione Termini, che significa collegamento diretto con l’aeroporto di Fiumicino, con le reti metropolitane di Roma e circa 40 linee di autobus».

L’impatto urbanistico dell’intervento di riqualificazione darà nuovo slancio al quartiere, migliorando la qualità della vita dei residenti e valorizzando una delle zone centrali della città, non lontano dal Viminale e dal Teatrodell’Opera. «Riqualificazione e recupero funzionale degli edifici attraverso un pensiero attento
alle nuove esigenze di chi abita i luoghi - afferma Luca Montuori, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale - attivando innovative relazioni tra tecnologie e manufatti storici, modernità e contesto. Questi oggi sono temi da cui non può prescindere un ragionamento su cosa significhi realmente fare rigenerazione urbana nella nostra città. Via Torino è una strada in cui diversi sono gli esempi di interventi che fanno dialogare modernità e tessuto storico, compreso l’edificio attiguo sempre legato a Confcooperative, già ristrutturato da Francesco Berarducci. L’integrazione con il contesto urbano e con le sedi già presenti sul territorio oltre all’attenzione ai temi della mobilità, sono alla base delle considerazioni da cui derivare le strategie generali per poi arrivare al dettaglio progettuale, rendendo complesse le letture che riconsiderano la relazione tradizionale tra forme del lavoro e vita quotidiana, tra abitare e spostarsi nella dimensione estesa della città».

Architettura messa a punto con il Bim (Building Information Modeling) per un controllo digitale di tutte le fasi costruttive, dalla progettazione
alla manutenzione; ristrutturazione secondo criteri di sostenibilità per un migliore benessere
ambientale, con integrazione del verde, massimo sfruttamento dell’illuminazione naturale
grazie alle ampie vetrate; impianti tecnologicamente avanzati per ridurre i costi di gestione e
le emissioni di Co2, garantendo il miglior comfort possibile con una buona qualità dell’aria, un
appropriato livello acustico e un buon controllo della temperatura e dell’umidità; spazi open
e aree condivise in un’ottica di smart working. Ecco, in sintesi, i punti di forza del progetto di
ristrutturazione del palazzo di via Torino 153.
“Confcooperative è una realtà aziendale articolata - spiega Alessandro Cambi, partner
di It’s Architettura - con identità molteplici che cooperano all’interno di un’unica struttura.
Questa duplice natura ha indirizzato il progetto verso un linguaggio neutro, in grado di
creare un’immagine riconoscibile, ma anche di poter accogliere le esigenze delle differenti
realtà professionali presenti. L’intervento - aggiunge Cambi - ha cercato un equilibrio rispetto
ai diversi tempi che convivono nell’edificio, creando una dialettica tra tracce originarie e
segni contemporanei. Il lavoro è stato anche occasione di ricerca e sperimentazione per la
valorizzazione ed il restauro del patrimonio con un approccio BIM, che ha contaminato
tutte le fasi, dal processo progettuale alla produzione degli elementi di cantiere fino alla futura
gestione dell’edificio, consentendo di gestire il progetto con la massima precisione e velocità”.

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