giovedì 8 giugno 2017
Il ministro Calenda rassicura: non la toccheremo. Il presidente dei commercianti: senza difetti strutturali Pil 2017 a +2%
Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli

Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli

COMMENTA E CONDIVIDI

I commercianti temono l’aumento dell’Iva e il conseguente "grande inverno" dei consumi. Ma a rassicurare la platea degli oltre 2mila imprenditori presenti all’assemblea annuale di Confcommercio è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che, prendendo la parola dopo il presidente dell’associazione, Carlo Sangalli, sottolinea: «Nessun aumento dell’Iva. Non lo dico perché sono il ministro dello Sviluppo economico, ma perché me lo hanno detto il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro Padoan».

Il tasto dolente dell’aumento dell’Iva, come previsto dalle clausole di salvaguardia, è anche uno dei passaggi più applauditi del lungo intervento «di passione» di Sangalli. Ma l’Iva «è solo la punta dell’iceberg», ammette il presidente di Confcommercio, perché «sotto c’è tutta la questione fiscale che va affrontata e risolta. Il nostro sistema fiscale è troppo oneroso, complesso, ingiusto». E, ancora, c’è il nodo dei voucher, «su cui è prevalso lo scontro ideologico»; il Sud tornato indietro di 20 anni per colpa della crisi che «ha scavato solchi ancora più profondi tra Mezzogiorno e Centro-Nord, sia in termini di ricchezza prodotta, sia di consumi»; il consueto e irrisolto problema della burocrazia, «un collo di bottiglia che possiamo superare solo investendo in tecnologia» e in una «digitalizzazione credibile»; «i gravi difetti strutturali» che frenano il sistema produttivo e senza i quali il Pil del 2017 arriverebbe al 2%. Diversi anche i passaggi in cui Sangalli apprezza l’azione del governo: dalle nuove misure a sostegno dell’alternanza scuola lavoro alle assunzioni al Sud, dal piano strategico per il turismo alla riforma degli studi di settore «che semplifica la vita delle imprese».

L’analisi del presidente di Confcommercio è condivisa anche dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Anche noi pensiamo che il sistema fiscale italiano sia troppo oneroso e un aumento ulteriore dell’Iva sarebbe deleterio per i consumi e per la tenuta delle imprese». La leader della Cgil, Susanna Camusso, è invece preoccupata per il «rotolare verso elezioni anticipate, con tutti i rischi che questo apre rispetto alla manovra di bilancio e dagli automatismi che penalizzerebbero ampiamente i lavoratori come l’aumento delle aliquote dell’Iva». Il Codacons, infine, prevede che l’aumento dell’Iva determinerebbe «una stangata media da 791 euro a famiglia», con riduzione dei consumi dello 0,7% e un impatto negativo sul Pil attorno allo 0,3%.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: