giovedì 6 giugno 2019
Secondo il presidente Carlo Sangalli, «il Paese ha bisogno di realismo e saggezza». Il vicepremier Luigi Di Maio rassicura: nessun rialzo in legge di Bilancio
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e il vicepremier Luigi Di Maio

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e il vicepremier Luigi Di Maio

COMMENTA E CONDIVIDI

«Prima di parlare di qualsiasi riforma fiscale, c'è una condizione da cui non si può prescindere: eliminare definitivamente gli aumenti dell'Iva». Lo ha affermato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nel corso dell'assemblea che si è tenuta stamattina a Roma. «Siamo preoccupati perché mi pare si cominci a respirare un clima politico e culturale di rassegnazione». Ma sull'Iva non bisogna abbassare la guardia, «né oggi, né domani, né mai». L'aumento «porterebbe dalla stagnazione alla crisi conclamata», con un impatto negativo sul Pil di 0,4-0,5 punti che porterebbe nel 2020 a una crescita pari a zero. «Realismo e saggezza»: è di questo che ha bisogno il Paese, «tanto più nei momenti difficili, quando sono richieste chiarezza di prospettiva e responsabilità d'azione». È la richiesta giunta da Sangalli. «Realismo e saggezza, anche alla luce delle poco confortanti prospettive cristallizzate nell'ultimo Def, dove si riconosce la necessità di spingere in alto la crescita. Purtroppo, non basta quello che si sta già facendo». «Lo stesso governo - ha sottolineato Sangalli - ammette che gli effetti dei decreti Crescita e Sbloccacantieri non dovrebbero andare oltre qualche decimo di punto di Pil nel triennio 2019-2021. Gli stessi obiettivi citati nel Def di inclusione sociale, contrasto alla povertà, avvio al lavoro della popolazione inattiva e miglioramento dell'istruzione e della formazione sono ineccepibili. Ma i circa 43 miliardi di euro destinati, nel triennio 2019-2021, al finanziamento del reddito di cittadinanza e di quota 100 determinerebbero una crescita aggiuntiva per non più dello 0,7%». «In sintesi: ripresa quasi nulla e impegni di spesa rilevanti in uno scenario in cui il debito continua a crescere e il Pil è stagnante. Questo divario tra la dinamica del debito e quella del prodotto ci preoccupa: preoccupa noi, le istituzioni internazionali e soprattutto i risparmiatori. Ci preoccupa di più della fitta corrispondenza epistolare tra Commissione Ue e governo italiano. Guardate, lungi da noi sottovalutare i passi in avanti. Ma il traguardo è ancora lontano e le difficoltà non mancano», avverte Sangalli.

Subito dopo la relazione del presidente di Confcommercio, dal palco dell'auditorium della Conciliazione è intervenuto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico
Luigi Di Maio: «L'anno scorso sono venuto qui a dirvi che l'Iva non sarebbe aumentata a dicembre e allo stesso modo sono qui a dirvi che l'Iva non deve aumentare e non aumenterà neanche nella legge di Bilancio». «Nella lettera inviata dall'Ue, ancora una volta ci viene chiesto di tenere i soldi fermi, l'Europa ci dice che c'è una congiuntura economica difficile e di tenere fermi i soldi, poi ci dice di aumentare il disavanzo primario dello Stato e allo stesso tempo che in Italia c'è un'inflazione che non è sufficiente e queste due cose cozzano fra di loro». Di Maio ha rilevato «un paradosso» nelle richieste al governo italiano contenute nel documento inviato dall'Ue. E inoltre ha chiesto all'Ue «un commissario che rappresenti il mondo dell'impresa e dell'industria».

Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato in occasione dell'assemblea annuale di Confcommercio ha invitato a «sostenere e rilanciare la fiducia di famiglie e imprese per incrementare redditi e occupazione, assicurare stabilità e tutela del risparmio, sollecita un progetto condiviso fra pubblici poteri ed espressioni della società civile, ispirato a criteri di legalità, sostenibilità sciale e ambientale».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: