giovedì 21 settembre 2017
A Calcinato, in provincia di Brescia, uno dei progetti della Fondazione Cariplo più significativi, all'insegna dell'integrazione tra italiani, senegalesi, rumeni e marocchini
Dai litigi alla solidarietà, così Alì ha «unito» i suoi vicini di casa
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La svolta, che ha trasformato degli estranei in buoni vicini di casa, è stata una cena organizzata per far partire il progetto del condominio solidale. Famiglie italiane, senegalesi, rumene e marocchine si sono ritrovate allo stesso tavolo, a dividere i piatti della festa. E la diffidenza reciproca si è trasformata in amicizia prima e in solidarietà dopo. A fare da motore per questa trasformazione è stato Alì, un ragazzo di 24 anni che viene dal Senegal ma parla con l’accento bresciano. Di mestiere fa l’operatore ecologico ma da qualche mese è diventato il "custode sociale" del suo condominio, uno stabile che ospita 37 famiglie in Via Farinati, a Calcinato, provincia di Brescia, terra di immigrazione, nonostante il tasso di disoccupazione in aumento.

«Fino a un anno fa c’erano moltissimi litigi, ora sempre di meno, perché ci siamo conosciuti» dice Alì, riassumendo in una frase il senso del progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo. In un anno, il condominio si è trasformato in un luogo dove i vicini sono diventati una risorsa per combattere la solitudine, scambiarsi competenze e idee. Un’esperienza così positiva che verrà replicata nei comuni di Carpenedolo e Montichiari.

«L’idea del condominio sociale è nata per far fronte ad una situazione problematica. Le situazioni di fragilità non erano intercettate e questo si rifletteva sull’intero sistema del condominio e del quartiere» racconta Elena Rocca, responsabile di #Genera_azioni, progetto di welfare di comunità che coinvolge sette comuni in provincia di Brescia e cinque partner del privato sociale. La condivisione ha garantito anche un taglio alle spese: c’è chi pulisce, chi fa dei lavoretti in un circolo virtuoso che fa risparmiare ma anche entrare in contatto con i vicini. Inoltre nel condominio sociale è stato possibile conciliare domanda e offerta nel mondo del lavoro: alcune inquiline, disoccupate, sono state assunte dalla ditta di pulizie locali per lavorare proprio nell’edificio.

La figura chiave è stata appunto quella del "custode sociale": per i primi mesi il condominio è stato gestito da un operatore che ha impostato il lavoro ma che poi è stato sostituito dal giovane inquilino che ha imparato un vero e proprio mestiere, basato sulla "facilitazione" dei rapporti. Nella sala comune del condominio adesso si organizzano tante iniziative: laboratori, doposcuola, scambio di abiti e oggetti per bambini ma si festeggiano anche i compleanni e altre ricorrenze. Alì ad autorizzarle, ha le chiavi della sala ed è sempre pronto ad aiutare i suoi vicini. «Vengono da me se si rompe qualcosa, per fare due chiacchiere ma anche per chiedere lavoro, io non sempre posso aiutarli ma sto conoscendo tante persone. Mi piace aiutare, anzi per me è un dovere, abitiamo insieme».

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