martedì 26 febbraio 2019
Andrea Malacrida ad di The Adecco Group: «Il primo passo per milgiorare la situazione è l'abolizione delle causali»
«Con il dl Dignità persi 250mila contratti a tempo»
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Nell’attuale scenario economico il mercato del lavoro appare sempre più in difficoltà. Nel mirino il decreto Dignità che sembra non aver sortito gli effetti per cui era stato concepito. Andrea Malacrida, amministratore delegato The Adecco Group Italia, può dare una valutazione della situazione da un osservatorio ampio e privilegiato.

Qual è il bilancio dall’entrata in vigore del provvedimento?
Negli ultimi quattro mesi del 2018 abbiamo registrato un calo di circa 50mila assunzioni temporanee rispetto allo stesso periodo del 2017. E poiché Adecco rappresenta un quinto del mercato delle agenzie per il lavoro possiamo stimare che dal momento dell’ingresso del decreto dignità non siano stati rinnovati i contratti a termine di 250mila persone. Bisogna, poi, considerare che il dato è stato attenuato dal fatto che molte aziende hanno posticipato la fine dei contratti per far perdurare l’accordo precedente.

Quale la principale criticità del dispositivo?

Sono le causali che devono essere inserite nei contratti per giustificare i rinnovi. La precedente legislazione prevedeva una durata massima fino a 36 mesi. Adesso è di 24 mesi, ma nella realtà so- no 12 mesi perché, dopo un anno, scatta la causale che risulta inapplicabile. Perciò di fatto si è passati da 36 a 12 mesi. Direi che il primo passo per migliorare la situazione è l’abolizione delle causali. In generale, dalle associazioni imprenditoriali ai sindacati il giudizio sugli effetti del decreto è critico.

Passando al reddito di cittadinanza che partirà in aprile, pensa che potrà favorire l’occupazione?
Devo dire che non siamo stati coinvolti e che anche se ciascuno degli oltre quattro milioni di destinatari dovrà andare a siglare un patto di lavoro o presso i centri per l’impiego o presso gli enti accreditati (fra cui anche le agenzie per il lavoro) pensiamo che non ricalchi le regole reali. Sarebbe più utile garantire maggiore occupabilità e avviare processi di reindirizzo nel mercato del lavoro. Mi sembra una norma all’insegna della poca efficienza e fattibilità.

Come sta cambiando il modo di lavorare delle agenzie?

Era cambiato molto con il Jobs Act, con cui abbiamo offerto occupazione a 10mila persone a tempo indeterminato. E grazie allo staff leasing è stata data stabilità lavorativa a moltissime figure che avevano interesse ad essere formate. Oggi il decreto Dignità e le norme hanno rallentato questo processo, con effetti devastanti sull’occupazione.

Cosa bisognerebbe fare in questo momento?

Il problema è che non è stato preso in considerazione chi è stato il protagonista 'principe' del mercato del lavoro, ne conosce i meccanismi e le scuole. Occorrerebbe mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati e non solo chiamarli quando ormai è troppo tardi e le cose non funzionano per un apparente segnale di dialogo. Certo, noi auspichiamo che questo dialogo si apra davvero.

Qual è la ricetta per rilanciare l’occupazione?

In un mercato in forte rallentamento, con segnali di recessione, elevati tassi di disoccupazione e mentre si va verso l’azzeramento della crescita del Pil per aiutare le aziende e i lavoratori occorre rendere più fluido il mercato e non irrigidirlo. Poi si possono sempre diffondere soltanto dati positivi sulle assunzioni e non parlare della perdita dei posti di lavoro. Ma se non si corregge la rotta andremo verso una primavera molto problematica, con un innalzamento della disoccupazione. Andrea Malacrida, amministratore delegato di The Adecco Group: «Il primo passo per migliorare la situazione è l’abolizione delle causali» Manca il dialogo: «Occorre mettere attorno a un tavolo i soggetti interessati, non chiamarli quando è troppo tardi» Senza una svolta rischiamo «una primavera molto problematica».

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