venerdì 22 febbraio 2019
A 250mila studenti vengono offerte lezioni di Intelligenza artificiale e Robotica
Con "Ambizione Italia" Microsoft entra nelle scuole
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Torna nel Belpaese, direttamente dalla Silicon Valley e dopo molti anni, il presidente di Microsoft, Brad Smith. Lo fa per annunciare un piano ambizioso sin dal nome: 'Ambizione Italia' per la scuola è il progetto con cui il colosso dell’informatica – presente in Italia da 34 anni, con un migliaio di dipendenti – entra nel mondo della formazione, accompagnando oltre 250mila studenti di tutto il Paese alla scoperta di AI e Big Data, e il Paese nel processo di trasformazione digitale. L’Italia ha bisogno come il pane di percorrere la strada della digitalizzazione. Basti pensare che «le 10mila realtà del settore Ict presenti sul territorio – spiega Francesco Del Sole, responsabile Education Microsoft – faticano a reclutare giovani in linea con i nuovi trend tecnologici. Ed entro il 2020 si apriranno 135mila nuove posizioni che potrebbero rimanere scoperte ». Gli ingredienti (e i dollari) di un piano a lungo termine ci sono tutti: nell’ambito della collaborazione con Crui, insieme all’Università Federico II di Napoli e al Politecnico di Bari, si aggiunge anche la partnership con il Politecnico di Milano, volta ad avviare il terzo laboratorio dedicato alla formazione di oltre 100 Data Scientist. Percorso di formazione, certo, ma anche di aggiornamento e riqualificazione. «Intendiamo abbracciare un bacino di oltre 2 milioni di soggetti, formando 500mila giovani e certificando 50mila professionisti a fronte di un investimento pari a 100 milioni di euro oltre ai 6 iniziali di Adecco (partner con LinkedIn, Invitalia, Cariplo Factory e Fondazione Mondo Digitale per la realizzazione di Phyd, nuovissima piattaforma elaborata per le skills del futuro)», spiega Del Sole. Per questo mister Smith invita il sistema italiano – pubblico e privato – d’accordo a «sottoscrivere un vero contratto sociale». Aprendo i lavori di presentazione del progetto 'Ambizione Italia' Ferruccio Resta, rettore del Politecnico Milanese, tra i 20 migliori al mondo, ha ricordato «quanto pervasive siano e saranno le competenze digitali: necessarie in sala operatoria come in aula di tribunale. Per questo, l’ateneo si si schiera, a fianco delle imprese che, come Microsoft, condividono con la scuola il peso e l’onore di traghettare le nuove generazioni nel mondo delle professioni». L’AI (Intelligenza artificiale, ndr) contribuirebbe alla crescita dell’1% del Pil nazionale. Su questa strada, l’amministratore delegato di Microsoft Italia, Silvia Candiani, parla di inizi incoraggianti: «Lavoriamo per trasmettere capacità funzionali, applicative e trasversali. E pensiamo di essere sulla strada giusta». Prende il via, dunque, un imponente macchina, che contiene tante anime, pubblica e privata, che racchiude diverse sensibilità, educative e professionali, che mette a confronto più generazioni, eterogenee per linguaggi e abilità, che spazia in realtà tra loro molto distanti, con 37 hub dislocati in 14 Regioni. Inusualmente, osservate d’eccezione sono le potenzialità tech del Mezzogiorno: «L’80% dei 250mila studenti tra i 12 e i 18 anni e dei 20 mila docenti del piano triennale appartengono alle aree più disagiate del Paese», spiega Del Sole, ricordando che «è lontano dai grandi centri che vengono gravemente a mancare opportunità di crescita, ma è sempre qui che si annida il seme del riscatto». Una trasformazione digitale creativa, che sappia essere d’ispirazione alle imprese e sfruttare IA e robotica per migliorare la vita delle comunità: questa è la mission che vede Microsoft apripista in una nuova formula. E se investire nel digitale fa bene agli utili, «la cultura informatica contiene un valore in sé – conclude Del Sole – è perfino inclusiva, abbracciando le cosiddette human skills: pensiero emotivo e capacità analitiche». Artificiale sì, ma non fredda, la nuova intelligenza fa squadra: la parola d’ordine è lavorare in team.

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