mercoledì 11 settembre 2013
​L'Europa della formazione professionale si incontra fino al 13 settembre nel capoluogo ligure per iniziativa del CIOFS-FP, che per i 25 anni del Seminario Europa ha invitato professionisti ed esperti di Francia, Svizzera, Olanda e Irlanda, insieme ai rappresentati di diverse regioni italiane.
COMMENTA E CONDIVIDI

​L'Europa della formazione professionale si incontra a Genova per iniziativa del CIOFS-FP che per i 25 anni del Seminario Europa ha invitato professionisti ed esperti di Francia, Svizzera, Olanda e Irlanda, insieme ai rappresentati di diverse regioni italiane. Tema scelto per il 2013 la certificazione delle competenze, oggetto di un recente disegno legge n° 13 del 16 gennaio di quest'anno, che tenta di colmare un lungo ritardo dell'Italia nel confronto delle direttive europee.Il mondo dei mestieri necessita di maggiore attenzione per il ruolo chiave che ha oggi in materia di occupazione giovanile, essendo ancora in grado di dare lavoro e rispondere alle esigenze di quei tanti “introvabili” di cui talvolta si parla.In altre parole l'alternanza propria della formazione professionale di istruzione/lavoro strappa del limbo nei NEET migliaia di giovani e li colloca sul mercato, ma per fare ciò è necessaria una pronta collaborazione con le istituzioni per questo al dibattito conclusivo sarà presente il Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi.Competere con le competenze: sembra ovvio, ma riconoscere le competenze professionali acquisite e renderle spendibili sul mercato non è semplice. Lunghe discussione su chi deve fare cosa: certificante, certificatore, certificando, sono ancora in cerca di un metodo. Intanto il resto d’Europa ci precede e compete. È di inizio anno un decreto che tenta di rispondere agli input dell’Europa, ma, a quanto pare, il traguardo non è dietro l'angolo, per questo il CIOFS-FP pone la questione al centro della discussione.Ideata dal Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale (CIOFS-FP), sostenuta dall’Associazione Nazionale FORMA, la XXV edizione del Seminario Europa affronta quest’anno il tema della certificazione delle competenze professionali con un format che mira a un confronto nazionale e internazionale, coinvolgendo delegazioni provenienti da Francia, Svizzera, Olanda, Irlanda e Gran Bretagna. Intitolato Il riconoscimento e la certificazione delle competenze professionali, il Seminario Europa si svolgerà a Genova dall’11 al 13 settembre.Secondo Lauretta Valente, presidente del CIOFS-FP: “Rispetto alla certificazione delle competenze, in Italia c’è un innegabile ritardo, tuttavia non siamo all’anno zero. Per un decennio è stata condotta una sperimentazione, un sistema attualmente riconosciuto dal punto di vista ordinamentale, che ha messo a punto con ottimi risultati un metodo che integra l’apprendimento teorico e quello pratico. Il sistema mette in correlazione la filiera professionalizzante con la filiera produttiva ed è in grado di certificare le storie di studio-lavoro di tanti giovani e meno giovani, offrendo possibilità concrete sul mercato del lavoro. Se le istituzioni esaminassero e dessero la giusta attenzione al lavoro fatto finora, sarebbe possibile raggiungere rapidamente e con un significativo risparmio di risorse, il livello di gran parte dei paesi europei, favorendo l’occupazione. Abbiamo presentato in tal senso un appello al Presidente Enrico Letta”.Le fa eco don Mario Tonini, presidente del Cnos-Fap (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale): “Il riconoscimento e la certificazione delle competenze professionali purtroppo non è un tema che scalda i cuori o scatena dibattito perché non se ne comprendono le ricadute! L’esperienza sul campo degli enti di formazione professionale trova difficilmente cittadinanza, mentre troppo spesso dall’alto giungono linee guida del tutto astratte e lontano dalle reali esigenze e dall’obiettivo di favorire l’occupazione”.

Di fatto, nel nostro Paese la filiera della professionalizzazione resta frammentaria e incompleta: in un periodo storico in cui ci si confronta in modo immediato con nazioni ben più efficienti, rapide e concrete della nostra, l’Italia rischia di arenarsi a causa dell’estrema frammentazione e astrattezza. Germania, Francia e Svizzera dispongono invece di modelli di valorizzazione e riconoscimento delle competenze maturate sul campo, nonché di modelli di formazione continua che offrono importanti ricadute occupazionali.Declinazioni del tema verranno prese in analisi.

Atteggiamento e life like learning: certificazione delle competenze secondo criteri inusuali per il mondo dell’istruzione e del lavoro italiano, orchestrando tutto ciò di cui una persona dispone. Portare cioè a bilancio anche le capacità intrinseche quali creatività, determinazione, carattere, curiosità e tutto ciò che nel corso della vita un soggetto apprende in qualsiasi modo ed è in grado di esprimere nel lavoro. Prassi già adottata da diversi Stati europei.Coerenza con il mercato: il mercato del lavoro denuncia migliaia di “introvabili”, ovvero richieste per mestieri che non trovano un candidato, anche se quel candidato c’è eccome. Ma andrebbe riconosciuto e indirizzato. Che fare, dunque? Il punto della questione è dare pari dignità ai percorsi di studio e a quelli di lavoro, in particolare per tutti quei mestieri che gravitano attorno alla formazione professionale. Tuttora in Italia chi non ha un diploma o una qualifica, ma ha magari l’ ”esperienza nelle mani”, non vede riconosciuto il suo “iter diverso”, più pratico, e rischia di non vedere riconosciute le proprie competenze e abilità perché al momento non etichettate. Si tratta di una questione di accesso al lavoro, tanto in Italia, a causa della frammentazione regionale, quanto in Europa, sbocco naturale per una sempre maggiore mobilità e scambio occupazionale. È proprio in quest’ottica che va vista ed esaminata la fase di realizzazione del repertorio di qualificazioni nazionale: un meccanismo dinamico e aperto per assecondare il rapido cambiamento del mondo del lavoro.La certificazione delle competenze è per il CIOFS-FP e il Seminario Europa il terzo step di un percorso tematico che comprende l’orientamento delle nuove generazioni e lo sbocco “contrattuale” dell’apprendistato, tutti e tre indispensabili argini alla disoccupazione.

Nella giornata conclusiva del 13 settembre coordinata da FORMA, che raccoglie l’80% circa gli enti di formazione professionale, le autorità competenti saranno invitate a prendere atto della proposta di mettere a sistema l’Istruzione e Formazione Professionale offrendo anche al Sud possibilità di ripresa della formazione.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: