mercoledì 6 aprile 2016
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L a Commissione Europea osserva con attenzione il nuovo scandalo fiscale, con i Panama Papers. Da tempo Bruxelles si è impegnata in un’azione per ridurre la mole dell’evasione fiscale, con una parziale solerzia forse anche per 'compensare' il fatto che il presidente, Jean-Claude Juncker, è stato per vent’anni al timone di un altro paradiso fiscale al centro di un altro scandalo, il Lussemburgo (allora si parlava di LuxLeaks). A manifestare la posizione della Commissione è stato ieri il vice presidente responsabile per la Crescita, l’ex premier finlandese Jyrki Katainen, nel corso di un incontro organizzato dal giornale Politico. eu. «Sono furioso – ha dichiarato – la cosa migliore in questa storia è la stessa rivelazione. Non è necessariamente illegale avere un conto in un paradiso fiscale, ma se stai eludendo le imposte, è del tutto inaccettabile». Per poi aggiungere: «spero che avremo più strumenti anche nelle nostre mani per affrontare questo cancro». Solo due mesi fa, il 28 gennaio, la Commissione ha presentato grande pacchetto contro l’elusione fiscale delle multinazionali, un fenomeno che fa perdere ogni anno agli stati Ue 70 miliardi di euro (l’evasione complessiva è di gran lunga superiore). Tra le misure, gli Stati che ospitano la casa madre della multinazionale, potrebbero tassare anche i profitti parcheggiati in altri, magari a Paesi a bassa fiscalità, purché là le aliquote siano inferiori al 40% di quelle del primo Paese. Le società sarebbero inoltre obbligate a rivelare alle autorità fiscali dei paesi Ue tutti i dividendi o i profitti provenienti da paesi terzi, dichiarando se sono stati tassati o meno. Tra le altre misure figura la cosiddetta exit taxation, per combattere un fenomeno diffuso: varie società trasferiscono beni come proprietà intellettuale o brevetti in paesi a bassa e nessuna tassazione. Proposto inoltre un tetto massimo per la deducibilità degli interessi passivi pagati per transazioni tra filiali in diversi paesi della stessa multinazionale. Giovanni Maria Del Re © RIPRODUZIONE RISERVATA Jyrki Katainen
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